Avrebbero effettuato una sistematica opera di dossieraggio e pressioni, anche diffamazioni, calunnie e minacce con lettere anonime contenenti dei proiettili, nei confronti dei più alti vertici della Guardia di Finanza sarda.

Undici finanzieri, tra i quali il consigliere regionale Valerio De Giorgi e l’assessore di Assemini, Antonio Guerrieri, risultano indagati dalla Procura di Cagliari e da quella militare di Roma per reati gravi.

Terminata l’inchiesta, per otto militari è scattata l’accusa di associazione a delinquere finalizzata a condizionare l’autonomia dei massimi ufficiali dell’Isola. Oltre a Guerrieri e De Giorgi, sono finiti nel registro degli indagati con le ipotesi più gravi anche i finanzieri Michele Sandokan Ortodosso, Daniel Vacca, Enrico Raimondi, Francesco Vitetti, Davide Giacalone e Sergio Cavoli.

Si sarebbero messi assieme condizionare le decisioni e l’autorità del generale Gioacchino Angeloni (sino al settembre 2022 Comandante regionale della Finanza in Sardegna), del generale Patrizio Vezzoli (comandante provinciale), del colonnello Giancarlo Sulsenti (capo di stato maggiore del comando Sardegna), oltre che del colonnello Vittorio Capriello, comandante del Nucleo di Polizia economica e finanziaria di Cagliari.

Tutti sono anche accusati di aver promosso all’interno della comunità militare la candidatura alle regionali di De Giorgi (già a processo per corruzione e tentata truffa), così da rafforzare il peso di influenza sui superiori gerarchici.

Con altre ipotesi di reato sono finiti nei guai anche i militari Davide Giacalone, Sergio Cavoli, Andrea Taurasi, Marco Sireus e Furio Casini.

Francesco Pinna

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