«Attenti a questo improvviso incremento delle denunce per molestie sessuali. Alcune hanno il sapore della vendetta e del ricatto!»: questo il tenore di un post comparso oggi sui social. Un’opinione espressa nei giorni in cui un Paese intero è scosso dal femminicidio di Giulia Cecchettin e, il 25 novembre, celebrerà la giornata contro la violenza sulle donne. 

«Potrebbe essere il pensiero di un qualunque cittadino, visto il clima che stiamo vivendo, e invece è uno dei rappresentanti dello Stato: è Antonio Pitea, ex questore di Cagliari e Sassari». La denuncia, indignata, è delle consigliere comunali Francesca Mulas e Giulia Andreozzi (Possibile), con la collega del Pd, Camilla Soru. 

«Codici rossi, braccialetti elettronici, provvedimenti e pene severissime: quante volte noi donne siamo invitate a denunciare violenze e molestie allo Stato che dovrebbe proteggerci?», si domandano,  «eppure ci sono molte persone che sminuiscono, insinuano, non credono alle nostre parole, quando denunciamo veramente». 

Le consigliere aggiungono: «Non possiamo davvero credere che chi è stato a capo di una delle istituzioni che in prima linea dovrebbero creare protezione attorno alle donne vittime di violenza», è la sconfortata considerazione, «possa usare frasi insinuanti screditando di fatto chi trova il coraggio di denunciare».

C'è tanto lavoro da fare nella nostra società per contrastare violenza e abusi, «ma il primo passo deve essere sradicare simili convinzioni e atteggiamenti da parte di chi lavora nelle istituzioni. Perché se le vittime di violenza non hanno fiducia in chi dovrebbe proteggerle, tutto il lavoro è fatto invano».

(Unioneonline/E.Fr.)

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