"Riciclare è un verbo ambiguo, scivoloso, appiccicato anche alle bottiglie di plastica che avvelenano il nostro splendido mare". Daniela Ducato ha sessant'anni, una solida reputazione planetaria di sperimentatrice e la quotidianità vissuta tra Cagliari e Guspini: "Nella prima città sono nata, nell'altra abito con la mia famiglia".

Nostra signora dell'innovazione ha iniziato il suo percorso con la Banca del tempo prima che affiorasse il suo talento "nel mettere in comunicazione i saperi, le aziende". Oggi vanta una lista di estimatori che va dal Capo dello Stato - l'ha nominata cavaliere della Repubblica per meriti ambientali - al New York Times, che a febbraio l'ha citata come artefice di alcuni tra i dieci biomateriali che potranno salvare il mondo: "Non contengono petrolio, acqua, inquinanti e materie prime, ma solo materie ultime, scarti di altre filiere. Sono assenti gli elementi che causano guerre e povertà, per questo parliamo di architettura di pace".

Il premio di cui avrebbe fatto volentieri a meno?

"Il novantotto per cento dei riconoscimenti era per Edizero, un circuito virtuoso di aziende e industrie che producono centoventi biomateriali. Quelli personali sono veramente pochi: a Stoccolma come miglior innovatrice in Europa, l'altro assegnato dalla rivista Fortune e il riconoscimento del presidente della Repubblica".

Quello meno gradito?

"Tutti graditi ma in occasione di Ecomondo un giornalista dell'Espresso - Gigi Riva, un mito per me - chiese agli uomini premiati di parlare dell'innovazione, da me invece voleva sapere come facessi a conciliare gli obblighi familiari con il lavoro. Gli risposi: 'Vorrei che la stessa domanda fosse fatta anche agli uomini'".

È arrivata in vetta: ha paura di rotolare giù?

"Sono sempre al punto di partenza, ad ogni nuovo progetto ricomincio da zero. Non sono un'imprenditrice, non amministro né posseggo quote di aziende, non ho neppure la comunione dei beni con mio marito. Questa situazione mi dà in realtà una grande libertà. Il mio ruolo è favorire l'incontro tra persone-aziende-territori-mondo della ricerca, faccio economia della relazione. Sono un po' come una nonna che accompagna i nipoti verso il traguardo".

Dopo il suo incontro con la paladina dell'ambiente Greta Thunberg, il sindaco di Sanluri ha scritto: "Chissà se avrebbe avuto tutto questo successo se non fosse stata autistica".

"Mi astengo dal giudicare. Nei fatti quando ho incontrato Greta ho avuto la bellissima percezione di quanto grande sia il lavoro che sta facendo. Non è espressione di una parte, ha dato voce a bambine e bambini che così poco ascoltiamo".

La protesta dei pastori è di retroguardia?

"È importante la rabbia, la protesta, ma è altrettanto fondamentale che poi ci siano azioni per mettere il mondo pastorale in relazione con tutti gli altri. Anche la multidisciplinarietà e la diversificazione possono aiutare a superare i momenti difficili".

Quando finalmente sarà varata, cosa si aspetta dalla nuova Giunta regionale?

"La Sardegna è fatta di luoghi diversi dove spero che gli assessori vadano una volta al mese per parlare con chi risiede lì. Metto a disposizione anche la mia casa a Guspini. Vorrei che non vivessero solo nelle stanze di viale Trento, a Cagliari".

Il futuro sarà verde?

"Non so come sarà. Il petrolio in alcuni settori è ancora fondamentale: i tubi per l'irrigazione sono fatti di derivati petroliferi, idem le vele delle barche. Al momento non ci sono alternative. Invece su altri prodotti è già disponibile una versione green. Perché scegliere un giubbotto fatto di bottiglie di plastica quando possiamo averlo di fibre rinnovabili? La plastica riciclata non è un prodotto innovativo, semmai una transizione verso un mondo a plastica zero".

I limiti dei bandi pubblici?

"Raramente nel settore edilizio e in quello tessile contengono premialità per chi utilizza materiali biodegradabili. La parola riciclo è fuorviante, ci tiene pulita la coscienza e non cambiamo strada. La richiesta di polimeri di sintesi è in aumento nel mondo, qualcosa vorrà dire".

Soldi pubblici buttati?

"Sostenibilità significa non sprecare risorse. Non c'è un registro che mostri risultati e costi di ogni progetto, studio o ricerca pagati con soldi della collettività. Sarebbe un incentivo a non ripetere gli errori. In Sardegna ho visto tanti soldi sprecati per fuffa verde".

Rischia di essere l'eldorado di imprenditori senza scrupoli?

"Al massimo sono prenditori. Gli imprenditori veri sono quelli che a Guspini si sono dovuti sostituire alla mano pubblica per portare la fibra ottica nella zona industriale".

A Cagliari piovono critiche sulla raccolta differenziata dei rifiuti.

"È utile, si può migliorare per rendere ancora più virtuoso il percorso".

Crede nel chilometro zero?

"Più che crederci è una necessità per sopravvivere".

L'economia verde rischia di essere elitaria?

"L'indipendenza dal petrolchimico è un dovere, se non vogliamo morire di plastica. Forse un tempo poteva essere un vezzo, oggi c'è la consapevolezza".

Cos'è la parità di genere?

"È il tennis che cinquant'anni fa mi ha insegnato l'assenza di differenze tra uomini e donne".

Maria Del Zompo ha detto in un'intervista che preferisce essere chiamata rettore.

"Ognuno sceglie come vuol essere chiamato".

Le donne nella società di oggi?

"Purtroppo non tutto il mondo è come il tennis".

Paolo Paolini

© Riproduzione riservata