In Sardegna è stata la settimana peggiore per contagi e decessi da Covid-19. E se è vero che l'Isola è zona gialla, che il rapporto positivi-tamponi è ancora più basso di quello nazionale, è altrettanto vero che l'andamento della situazione è in controtendenza.

Se in Italia infatti nell'ultima settimana (16-22 novembre) abbiamo visto per la prima volta da inizio seconda ondata una diminuzione dei nuovi casi di coronavirus, in Sardegna i contagi continuano ad aumentare. Sono 3.310 quelli rilevati negli ultimi 7 giorni, mai così tanti. Ammonta invece a 67 il numero delle vittime, esattamente come quello della scorsa settimana, che è comunque il dato più alto da inizio pandemia. Uno spiraglio di luce si vede dai ricoveri ordinari (diminuiti di 7 unità, mentre in Italia aumentano), ma le terapie intensive continuano a crescere (+10).

L'ANDAMENTO DEI CONTAGI - Guardando l'andamento dei contagi nell'Isola nelle ultime 7 settimane, dal 5 ottobre a oggi, si vede un costante e progressivo aumento: 780, poi 1.087, 1.663, 2.071, 2.431, 2.922, e 3.310 nella settimana appena trascorsa. Un aumento di contagi, quello degli ultimi 7 giorni, ancora più preoccupante alla luce del fatto che sono stati fatti più di mille tamponi in meno rispetto alla settimana precedente. La percentuale tra positivi e tamponi è salita dal 10,64 al 12,54% (era poco sopra al 5% un mese e mezzo fa), quella tra positivi e casi testati dal 12,66 al 15,12%.

Quanto ai decessi, erano ancora pochi a inizio ottobre. Considerando le ultime sette settimane abbiamo questo trend: 9 morti, poi ancora 9, quindi 17, 43, un'improvviso calo a 21, per risalire ai 67 della settimana tra il 9 e il 15 novembre, che si sono ripetuti in quella tra il 16 e il 22.

I RICOVERI - Spiragli, dicevamo, arrivano dai ricoveri ordinari, per la prima volta diminuiti, di sette unità. Un andamento strano quest'ultimo: i ricoveri sono sempre stati in aumento nelle ultime settimane, e dopo il picco (+110) registrato tra il 9 e il 15 novembre, si è registrata un'improvvisa diminuzione. Più stabile l'andamento delle terapie intensive nelle ultime sette settimane: +2, +7, +5, +9. +12, +5, +10.

PRIMA ONDATA - D'altronde nell'Isola, risparmiata in primavera, siamo di fronte alla prima vera ondata. Basti pensare che i casi totali di Covid al 31 luglio erano 1.404, oggi sono 18.493. Le vittime erano 134, oggi sono a quota 389. Il picco di terapie intensive l'Isola lo aveva raggiunto l'8 aprile, con 31 ricoverati. Oggi sono più del doppio, 70.

IN ITALIA - Nella Penisola invece vediamo i primi segnali di decelerazione. Ancora timidi, ma ci sono. Dopo un mese e mezzo con i contagi in progressivo aumento (dai 29.621 della settimana dal 5 all'11 ottobre ai 243.425 di quella tra il 9 e il 15 novembre), per la prima volta assistiamo a una decrescita dei nuovi casi, che negli ultimi sette giorni sono stati 230.339. In calo nell'ultima settimana anche il rapporto tamponi-positivi (dal 16,18 al 15,25%), mentre resta costante quello tra positivi e casi testati, al 28,4%. Entrambi i dati percentuali, è bene sottolinearlo, sono superiori a quelli della Sardegna. Resta il fatto che il trend dell'Isola (dove l'aumento continua) desta qualche preoccupazione. L'auspicio è che la Sardegna sia solo in ritardo di una settimana, vedremo nei prossimi sette giorni.

Quanto a ricoveri e terapie intensive, in Italia restano in aumento, ma con una decrescita che va avanti da due settimane. Dal 2 all'8 novembre in Italia è stato registrato un aumento di 7.538 ricoveri ordinari e 810 terapie intensive. Nella settimana successiva la crescita è diminuita (+5.607 e +673), e il segnale si è ulteriormente rafforzato nell'ultima settimana (+2.232 ricoveri e +379 terapie intensive).

La curva che continua a crescere è quella dei decessi, ma sappiamo che sarà l'ultima a registrare un'inversione di tendenza: 180 i morti nella prima settimana di ottobre, poi un progressivo e impressionante aumento sino ai 4.594 degli ultimi sette giorni (nella settimana precedente erano 3.835).
© Riproduzione riservata