È stata una donna di Cagliari, preoccupata per le condizioni di salute del giovane figlio, atleta di bodybuilding, a far scattare l'indagine su un traffico di sostanze anabolizzanti sfociata stamattina con l'esecuzione di cinque ordinanze di custodia cautelare, una in carcere e quattro ai domiciliari, a personal trainer in palestre del Cagliaritano.

I Nas di Cagliari, in un anno e mezzo, hanno così ricostruito un gruppo di quindici persone (oltre ai cinque arrestati ci sono dieci indagati) che utilizzava sostanze dopanti per affrontare gare e competizioni. Si tratta soprattutto di preparatori atletici ma anche farmacisti e un genitore che aveva rivenduto farmaci (ormone per la crescita) prescritti per il figlio in modo illegale. Le sostanze venivano acquistate su Internet nei mercati esteri, in Bulgaria.

I cinque destinatari delle ordinanze erano i principali compratori di queste sostanze, poi rivendute anche ad altre persone che ruotano intorno al bodybuilding. Nei mesi scorsi sono state effettuate perquisizioni che hanno permesso di recuperare e sequestrare mille compresse, 75 fiale, siringhe, cellulari e anche una pistola semiautomatica.

I cinque personal trainer (tre di Cagliari, uno di Capoterra e uno di Villasor) sono accusati di aver esercitato anche la professione medica senza averne titolo, prescrivendo programmi alimentari e terapie mediche a diversi atleti. Sono in corso ulteriori accertamenti sulle farmacie e sulle palestre coinvolte. Durante le indagini dei carabinieri dei Nas, coordinati dalla comandante Nadia Gioviale, sono emerse situazioni di malessere fisico e psichico tra gli atleti, alcuni molto giovani, che assumevano le sostanze dopanti.

Il servizio del Tg di Videolina

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