Dopo tre anni trascorsi tra i sentieri e gli alberi del parco di Monte Urpinu, Teodora non dormirà più all’aperto. La cagnolina, conosciuta e coccolata da tanti frequentatori dell’area verde cagliaritana e sorpattutto dai residenti della zona, ha finalmente trovato una famiglia che l’ha accolta nella propria casa con giardino e la compagnia di un altro cane.

La svolta è arrivata nei giorni scorsi, quando un cittadino ha contattato il canile municipale per chiedere informazioni sull’adozione. Da lì l’avvio delle procedure standard e, dal 4 settembre, il lieto fine: Teodora ha lasciato il box per iniziare una nuova vita.

«Ringraziamo la famiglia adottiva, il personale del canile e tutte le cittadine e i cittadini che hanno mostrato interesse», ha dichiarato l’assessora all’Ecologia urbana, ambiente e verde pubblico, Luisa Giua Marassi, sottolineando come il passaparola e la sensibilità delle persone abbiano giocato un ruolo decisivo.

La storia di Teodora diventa così simbolo dell’impegno congiunto tra amministrazione e comunità. «Sono 130 gli ospiti del canile in attesa di adozione», ha ricordato Giua Marassi, invitando i cagliaritani a visitare la struttura, che nell’ultimo anno ha registrato una quarantina di adozioni.

La notizia della sua adozione è stata accolta con favore dalle cittadine e dai cittadini che si erano mobilitati in sua difesa, lanciando la petizione “Basta box, sì a una vita libera e sicura”. L’iniziativa, nata spontaneamente tra i frequentatori del parco, volontari e operatori, aveva raccolto in pochi giorni oltre 600 firme.

L’obiettivo era appunto evitare che l’animale restasse in un canile, chiedendo invece per lei un futuro dignitoso e affettuoso, in continuità con il percorso di cura avviato nel suo habitat abituale.

Gli organizzatori sottolineano come il risultato non sia frutto del caso, ma dell’impegno di una comunità che si è stretta attorno a Teodora.

«Gli animali meritano rispetto – dichiarano i promotori – ma anche le persone meritano di essere considerate nella loro sensibilità, nel loro impegno e nella loro capacità di prendersi cura».

Pur accogliendo con gioia la notizia dell’adozione, i sottoscrittori della petizione chiedono maggiore trasparenza: una conferma ufficiale dal canile, una foto non sensibile o un attestato che certifichi l’avvenuta adozione. Un gesto che, spiegano, servirebbe a rassicurare la comunità che tanto si è spesa per il destino della cagnolina, cane adulto e di taglia grande, con esigenze specifiche.

«Non si tratta di sollevare polemiche – aggiungono – ma di promuovere una cultura del rispetto e della partecipazione. Il benessere animale è una responsabilità collettiva».

(Unioneonline/Fr.Me.)

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