Naufraga all’improvviso la trattativa per il rilancio del porto canale di Cagliari. La società QTerminals, sede in Qatar, si è ritirata dalla trattativa con l’autorità portuale, avviata due anni fa, sulla gestione del terminal container e cargo. Una doccia fredda annunciata con una nota stringata: “Dopo attente considerazioni”, scrivono da Doha, “abbiamo deciso di non proseguire nel progetto”. 

Una interruzione del dialogo avvenuta “bruscamente e, per certi versi, inopinatamente”. L’authority  ce l’aveva messa tutta per cercare di chiudere l’accordo che avrebbe permesso di far ripartire il traffico dei container nel porto ora quasi deserto: quelli appena trascorsi sono stati due anni “nel corso dei quali sia i vertici che la struttura dell’Autorità  hanno costantemente supportato le numerose e necessarie attività di due diligence: dalle varie ed accurate ispezioni in banchina dei manager e dei tecnici della società, fino all’aggiornamento puntuale su dati tecnici dell’infrastruttura e statistici, storici e di proiezione, sul settore”. 

Oggi l’annuncio del buco nell’acqua. Il presidente Massimo Deiana ne ha dato notizia ai sindacati, che rappresentano i numerosi lavoratori del settore transhipment. Poi sarà la volta del confronto con tutte le istituzioni coinvolte “per un’analisi comune delle strategie future per la ripresa del comparto”. 

Stizzito, per l’esito della trattativa, il presidente dell’autorità portuale, Massimo Deiana: “Apprendo con dispiacere e un certo disappunto del cambiamento di rotta della QTerminals”, spiega, “importante player internazionale che, per oltre due anni, ha impegnato il nostro ente, sostenuto dall’ambasciata d’Italia in Qatar e da Invitalia, in un delicato lavoro che confidavamo potesse concludersi con un accordo storico per il rilancio del comparto del Transhipment cagliaritano”.

Invece “prendiamo atto, anche con una certa sorpresa, della loro scelta, che comunque rispettiamo. Superata la delusione per questa brusca battuta d’arresto delle trattative, non intendiamo, comunque, rimanere fermi a guardare. La madre di tutte le battaglie deve continuare. Immediatamente dopo il confronto con i sindacati, riapriremo la partita, proseguendo i colloqui con altri operatori che, nell’ultimo periodo, hanno manifestato il loro interesse e con i quali, prudentemente, non abbiamo mai smesso di interloquire, confidando nel rinnovato supporto di tutte le istituzioni che chiameremo a partecipare ad un tavolo comune”.

In banchina, lato Giorgino,  non c’è più la desolazione di un tempo: da poco più di 21mila Teus del periodo gennaio – settembre 2021 si è passati a oltre 46mila del 2022. 

In più da poco sono state istituite  la Zes e la Zona Franca Doganale Interclusa, che dovrebbe prendere avvio nel 2023. Ed è anche stata costituita Kalport (Karalis Agenzia per il Lavoro Portuale del Transhipment) che, per il prossimo triennio,  provvederà a tenere insieme e  valorizzare un cluster di competenze e qualità tecnica comprovate. 

“Abbiamo un nuovo elemento di forza costituito dai recenti risultati raggiunti dal terminalista che sta positivamente operando nelle aree del compendio ad esso assentite in concessione”,  sottolinea Deiana, “dimostrazione inequivocabile della potenzialità dell’area e della banchina terminalistica del porto canale e del fatto che ci siano tutte le condizioni per proseguire, con determinazione, nella promozione del compendio”. 

© Riproduzione riservata