Al Brotzu non è tutto oro quello che luccica. Parola di sindacato.

A pochi giorni dallo storico trapianto di fegato diviso, il primo mai eseguito in Sardegna, con due vite salvate da un solo organo donato, la Uil torna a puntare il dito sui problemi della più grande azienda ospedaliera dell'Isola.

Quali?

Attilio Carta, segretario della Uil-Fp per il Brotzu, stila un elenco impietoso: dal taglio di risorse economiche (la Regione, quest'anno, ha stanziato 68 milioni di euro in meno dell'anno scorso) agli organici insufficienti, con carichi di lavoro «insopportabili» per chi è in servizio e l'aumento delle assenze per malattie e infortunio.

E ancora: il ricorso a «incontrollati ordini di servizio» anche «per garantire le normali attività sanitarie», «riposi e diritti negati», fino all'instaurazione di un «irrespirabile "clima di terrore"».

L'appello finale è a un intervento autorevole e urgente affinché «quella che, dopo gli accorpamenti, veniva presentata come una vera e completa "della salute"» possa tornare a essere un «grande baluardo sanitario in grado di competere anche con la nuova tanto decantata eccellenza sanitaria privata: il Mater Olbia».
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