«Esorto i genitori dei ragazzi, che purtroppo incappano nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo, a non mettere la testa sotto la sabbia, ma a tirare fuori il problema e a darci la possibilità di intervenire quando è ancora possibile farlo».

Questo l’appello lanciato dal Questore di Cagliari Rosanna Lavezzaro alle famiglie dei giovanissimi, ricordando loro l’introduzione – con la legge 71/2017 – dell’istituto dell’ammonimento, applicabile anche ai minori che abbiano compiuto 14 anni, in alternativa alla presentazione di una querela.

Con riferimento all’istituto, il Questore ha osservato, in una nota, che «l’ammonimento per cyber-bullismo è uno strumento assolutamente sotto utilizzato, che, se attuato come la legge lo aveva immaginato, potrebbe prevenire ed evitare che alcune situazioni degenerino».

«L’ammonimento – viene spiegato - si attiva su richiesta del minore vittima di cyber bullismo, assistito dai genitori, che chiede al Questore un intervento. Si tratta di uno strumento che deve essere fatto conoscere nelle scuole, anche tramite le figure professionali che si occupano di questo settore e che devono essere presenti in tutti gli istituti scolastici».

«Purtroppo, invece, si assiste al fatto che le famiglie dei ragazzi non chiedono al Questore un intervento da questo punto di vista – prosegue Lavezzaro – un po' perché minimizzano i fatti, un po' perché temono una sovraesposizione del minore, senza rendersi conto che i loro figli potrebbero non essere l’unica vittima dei bulli e con questa inerzia ci impediscono di fermare i comportamenti certamente disdicevoli che, in alcune circostanze, lo abbiamo visto, hanno avuto anche finali tragici».

Di qui l’appello ai genitori dei ragazzi a rivolgersi senza esitazioni alla Questura.

(Unioneonline)

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