Brotzu, siluro dei vertici medici alla “politica”: «Noi non consultati, messi in pericolo personale e pazienti»
Durissima lettera di tutti i direttori di dipartimento dell’ospedale per la gestione dell’emergenza durante e dopo il blackout: chiesto un incontro urgentePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Finita l’emergenza dopo il blackout, al Brotzu è tempo di regolamento di conti. Ha la forma di una lettera ma la sostanza di un siluro – obiettivo “la politica” – la missiva che tutti i direttori di dipartimento dell’Arnas, ossia quelli che “tengono in piedi la baracca”, hanno inviato oggi alla direttrice generale Agnese Foddis e ai due direttori, sanitario e amministrativo. Il primo, Raimondo Pinna, venerdì aveva spedito una comunicazione che, quasi, li definiva “imboscati” durante le difficili ore di chiusura dell’ospedale (e anche dopo). Il documento diramato oggi dai vertici medici è una dura presa di posizione. Nei confronti di Pinna, ma anche di chi, in rappresentanza della Giunta regionale, ha preso in mano la bacchetta del direttore d’orchestra mentre il San Michele era senza luce: Luca Caschili, braccio destro di Alessandra Todde.
La lettera
Il documento in prima battuta richiama la lettera inviata da Foddis alla Regione nelle scorse settimane, quando al Brotzu erano finiti i posti letto. Si riferiva alla «situazione di grave criticità il cui apice si e registrato nella notte fra il 13 e 14 luglio, quando l'iper afflusso di ogni tipo di patologia e urgenza è stato gestito grazie all'abnegazione del personale sanitario nella sua totalità». Già allora sarebbe stato necessario, «un immediato e appropriato approfondimento collegiale finalizzato ad un nuovo assetto organizzativo coerente alle mutate condizioni della rete». Riunione che non c’è stata.
«Appare del tutto evidente», proseguono i medici, «che tale problematica organizzativa coinvolga il livello della politica che su questa Arnas ha sempre potuto contare nella globalità e collegialità della componente sanitaria nelle varie specialità» che determinano «per la competenza dei professionisti che vi operano, la qualifica di ospedale di Rilievo Nazionale». Come a dire: se il Brotzu funziona è grazie a noi, non merito della politica.
A seguire, il documento si fa più pesante: «II mancato coinvolgimento dei direttori dei dipartimenti si è ancor più manifestato in occasione del recente guasto alla centrale elettrica del San Michele (20-21 luglio) quando è apparsa evidente ai più la condizione di grave rischio cui si è esposta una larga fascia di popolazione afferente all'area di competenza dell'Arnas senza che il nucleo operativo o una unità di crisi allargata a tutti i clinici responsabili, abbia avuto la possibilità di offrire la propria competenza a supporto della direzione aziendale». Emerge che chi guida le strutture ospedaliere non sapesse cosa stava davvero accadendo e quanto grave fosse il problema che ha portato alla chiusura del Brotzu. «L'ospedale ha conosciuto e osservato in questa fattispecie, attraverso i mezzi di stampa e la televisione», si legge ancora, «l'intervento della politica che non si è curata di verificare, nell'occasione, che la componente operativa realmente responsabile per legge fosse stata adeguatamente e tempestivamente coinvolta per la gestione di una situazione drammatica». Una «condizione di incertezza» che ha «generato insicurezza e preoccupazione nel personale, opacizzando la figura ed il ruolo dell'istituzione». Per questo i direttori di dipartimento, nove in tutto, chiedono un incontro urgente ai vertici dell’ospedale, al quale invitano anche l’assessorato e il sindaco di Cagliari, ma anche coloro che «negli eventi del 20 e 21 luglio si siano sostituiti alla componente clinico operativa senza fornire chiare risposte e dettagliati protocolli di intervento, esponendo ulteriormente gli operatori sanitari a gravissimi rischi nella tutela della salute dei cittadini sardi».
La mail del direttore sanitario
Il 26 luglio tutti i firmatari della lettera di oggi avevano ricevuto una mail. Il direttore sanitario Raimondo Pinna esprimeva «profondo rammarico per come, in occasione dell’evento noti a tutti come blackout elettrico, non abbia avuto da parte vostra, direttori di dipartimento, alcun atto concreto di messa a disposizione pe la collaborazione con lo scrivente», cioè con lui, che invece è «sopraggiunto immediatamente in ospedale». Pinna dice che questo comportamento è proseguito anche nei giorni successivi.