Poetto di Cagliari in versione lockdown, ma il Covid questa volta non c'entra: i baretti in riva al mare sono chiusi per protesta, in concomitanza con la manifestazione nazionale a Roma contro il bando sulle concessioni balneari.

"Oggi chiudiamo contro l'esproprio delle nostre attività", si legge in un manifesto davanti alle Palmette, uno dei chioschi più frequentati del Poetto. Molti i gestori dei baretti che stanno partecipando alla manifestazione in piazza Santi Apostoli.

Dal 2024 le concessioni balneari andranno a bando - queste le ragioni della mobilitazione - e le nuove regole non danno certezze per il futuro delle attività.

"Siamo con loro - spiegano in spiaggia due abituali clienti - perché questa situazione rischia di portare via il lavoro a tutti i concessionari che in questi anni hanno investito decine di migliaia di euro. Senza bar e senza servizi il Poetto è più triste. E oggi c'è anche meno gente del solito".

È il primo sciopero nella storia dei baretti di Cagliari: 17 i titolari dei chioschi che hanno deciso di protestare tutti insieme.

C'è anche il rischio che le decisioni del governo possano ora far aumentare i prezzi dei servizi: dagli apertivi ai lettini per prendere il sole. Di mezzo c'è anche un indennizzo fantasma, sparito durante la contrattazione. "Una buona parte della politica sembra sorda - racconta da Roma Alessandro Murgia dell'Emerson - soprattutto dopo quello che abbiamo sopportato in questi ultimi anni. Abbiamo creato un lavoro anche da cinquant'anni. Io lo faccio da 35 anni: non possiamo cambiare lavoro da un giorno all'altro. il governo deve tutelare queste attività".

Rincara la dose Luciano Spiga dell'Oasi: "Siamo in migliaia a Roma - spiega - anche tantissime persone dal Sassarese, da Oristano, Alghero. È un ottimo segnale: in una giornata bella come questa avremmo lavorato alla stragrande. E invece siamo qui a combattere: è giusto che chi frequenta le attività balneari sappia che cosa sta succedendo". 

(Unioneonline/v.l.)

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