La chiamata dalla Guardia costiera fa saltare i piani. "Dobbiamo riprendere il gommone e tornare in acqua", annuncia il comandante della pattuglia della Polizia municipale in servizio al Poetto. Perché il nucleo non deve occuparsi esclusivamente del controllo del litorale: all'occorrenza gli agenti devono essere pronti anche a intervenire in mare. "Cambio programma", annuncia ai colleghi, "alla Quarta fermata andremo in un altro momento".

LA SITUAZIONE - La scelta non è casuale. "Sarà forse il fatto che la nostra presenza rappresenta un deterrente", afferma l'ufficiale ("Niente nomi", raccomandano dal comando) "o, magari, i cagliaritani sono diventati semplicemente più civili. Ma il Poetto è molto più pulito del passato. Tranne in un punto, la Quarta fermata. Lì i ragazzini continuano a gettare mozziconi di sigarette, a buttare cartacce. A fine giornata la situazione è intollerabile". Quel tratto del litorale ha bisogno di un "trattamento" particolare. "Nei prossimi giorni potrebbe esserci un'azione coordinata tra agenti in borghese in spiaggia e in divisa nella passeggiata".

IL LAVORO - Perché i vigili sono facilmente identificabili: ormai tutti i frequentatori della spiaggia riconoscono da lontano la maglietta bianca e i pantaloncini blu, un look che ricorda i colleghi più famosi di Los Angeles. "Ci fermano per chiederci informazioni, per esporci qualche lamentela". E li riconoscono anche i venditori abusivi presenti sulla spiaggia: proprio mentre il graduato parla, un ambulante vede il gruppo di agenti, inverte la rotta e si allontana velocemente. "Normalmente se ci vedono all'ultimo momento scappano abbandonando la roba in spiaggia".

GLI AMBULANTI - Eppure, a dispetto di quanto sostiene qualche insofferente, l'abusivismo non è un problema così diffuso. "Volete una dimostrazione?", chiede. In quel momento, alla Prima fermata, c'è una bancarella mobile con costumi da bagno: gli agenti chiedono i documenti. È tutto regolare. D'accordo. E gli altri, quelli che vendono teli e chincaglierie varie? Il caso vuole che proprio in quel momento spunti un uomo carico di asciugamani e coccodrilli gonfiabili. Non scappa ma sorride quando vede gli agenti: i documenti sono a posto, la licenza di vendita c'è. "Ho pagato cento euro", spiega, "e ora posso lavorare tranquillo".

LE MULTE - Il nucleo nautico controlla. E, all'occorrenza, sanziona. "Quest'anno siamo partiti in ritardo rispetto al passato. Ma, in un mese, abbiamo fatto un centinaio di multe". Le motivazioni? "In tanti non sanno che un'ordinanza regionale stabilisce che i cani possono stare in spiaggia solo nelle zone riservate. Proprio pochi giorni fa siamo stati costretti a multare due persone che passeggiavano con il cane sul litorale". Ovviamente non mancano i cafoni. "Quelli che lasciano nella sabbia cartacce, mozziconi di sigarette e rifiuti vari". Anche loro sono tornati a casa con un verbale della Polizia municipale.

IL MARE - Eppure le cose sono migliorate rispetto al passato. "Ormai quasi tutti portano in spiaggia una busta per raccogliere i rifiuti e il portacenere per le cicche". Basta dare un'occhiata in giro per trovare conferma a queste parole. "E rispettano le regole anche i diportisti: dal gommone si vede bene che tutte le barche sono ben oltre le boe". Dietro Marina Piccola qualche canoista si avvicina pericolosamente verso la riva: quel gommone bianco ricorda che la violazione costa 200 euro. Proprio la multa pagata dai campeggiatori sistemati a Cala Fighera nella notte di Ferragosto. "Non potevamo fare altrimenti. Tra l'altro, oltre a stare in una zona pericolosa, avevano anche abbondonato i rifiuti in spiaggia".

Marcello Cocco

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