Si cerca l'accordo, ma ancora non lo si trova, tra studenti universitari fuori sede a Cagliari e l'Ersu per quanto riguarda i canoni per la Casa dello studente. I ragazzi messi alla porta all'inizio dell'emergenza coronavirus, e che non sono ancora potuti rientrare, hanno manifestato davanti alla sede dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario, nel corso Vittorio Emanuele a Cagliari.

La protesta (L'Unione Sarda - Almiento)
La protesta (L'Unione Sarda - Almiento)
La protesta (L'Unione Sarda - Almiento)

La richiesta è semplice: non vedersi decurtare dalle borse di studio la spesa giornaliera (168 euro) per occupare l'alloggio Ersu nel quale molti non possono più rientrare. Le Case dello studente avevano sbarrato gli ingressi a chi si era assentato per 48 ore (e l'aveva fatto senza preavviso), ma a quegli stessi studenti continuano a decurtare dalle borse di studio la quota mensile. Stesso discorso per i buoni mensa, che non possono essere spesi perché le mense dell'Ersu sono chiuse.

Michele Camoglio (a destra), presidente dell'Ersu (L'Unione Sarda - Almiento)
Michele Camoglio (a destra), presidente dell'Ersu (L'Unione Sarda - Almiento)
Michele Camoglio (a destra), presidente dell'Ersu (L'Unione Sarda - Almiento)

Durante un incontro per strada con i ragazzi, il presidente dell'Ente regionale per il diritto allo studio universitario, Michele Camoglio, ha detto che la Regione restituirà con un contributo i canoni per la Casa dello studente non utilizzata e che i buoni mensa saranno prorogati a partire dal giorno della riapertura. Gli studenti non sono del tutto soddisfatti.
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