O la Regione interviene, subito, o i consorzi di bonifica della Sardegna saranno costretti a chiudere i rubinetti. Conseguenza: campi a secco e  stabilità idrogeologica del territorio in pericolo. 

Tutta colpa del costo delle bollette elettriche,  “triplicato dopo la grande siccità della stagione estiva, che ha comportato un aumento della domanda di acqua”. 

I dettagli della vicenda, che rischia di avere un impatto devastante sulle campagne sarde, verranno illustrati durante una conferenza stampa che si terrà domani: parteciperanno i presidenti dei sette consorzi e i rappresentanti delle organizzazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura e Cia). 

A preoccupare aziende e agricoltori, intanto, bastano le dichiarazioni di Gavino Zirattu, presidente dell’Anbi Sardegna, associazione che riunisce tutti i consorzi di bonifica dell’Isola. 

“Il sistema irriguo sardo ha tenuto, ma ora serve un intervento urgente da parte della Regione, per far fronte al caro-energia che sta letteralmente divorando i bilanci”, spiega, illustrando un quadro definito da”allarme rosso”: “Se la politica non correrà immediatamente ai ripari saremo costretti a fermare gli impianti di irrigazione e le idrovore, con pesanti conseguenze per il comparto agricolo e per la sicurezza idraulica e idrogeologica dei territori”. 

(Unioneonline/EF)

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