Le aziende sanitarie non comunicano e non comprendono le esigenze del territorio, sono poco collaborative sulle criticità del sistema. Lo ha detto l’assessore della Sanità Armando Bartolazzi incontrando i sindacati dopo il ddl sul riordino delle Asl che prevede, tra le altre cose, il commissariamento delle stesse, ben prima della scadenza attuale del mandato degli attuali manager. Per questo, ha affermato l’esponente della Giunta Todde, «il disegno di legge presentato oggi è una base su cui lavorare sui fatti concreti».

L’abbattimento delle liste d’attesa, la medicina di territorio, queste le priorità individuate da Bartolazzi: cose sui cui «abbiamo già iniziato a lavorare ma chiaramente è mancato fino ad oggi un po’ il braccio esecutivo di queste nostre iniziative che è rappresentato dai direttori delle Asl, è necessario che questi siano un pò’ più aperti anche alla comunicazione con il territorio e alla comprensione delle esigenze del territorio, quindi forse l’atto più importante da attuare è quello di rilanciare questa comunicazione ospedale-territorio», ha riferito secondo quanto riporta l’Ansa.

Bartolazzi è poi entrato nel dettaglio degli interventi. Gli ospedali a suo avviso devono avere una mission specifica, vanno create delle strutture hub per le patologie più importanti, in modo da indirizzare il paziente in maniera ottimale. Capitolo medicina territoriale: «Chiaro che va rilanciata. Sono già state poste in essere delle azioni importanti per quanto riguarda per esempio l'accesso e l'inizio di nuovi corsi di specializzazione in medicina generale, abbiamo già più che raddoppiato le borse di studio con possibilità per i giovani medici di avere già da subito in carico un certo numero di pazienti e di avere incarichi convenzionali anche nella medicina dell'emergenza urgenza e poi chiaramente in maniera emergenziale abbiamo richiamato i medici in pensione su base volontaria, una soluzione tampone ma è riuscita a coprire esigenze in alcuni territori».

Altra criticità, i pronto soccorso: «Vanno in sofferenza soprattutto nei mesi estivi. Normalmente sono i direttori generali che rimodulano le attività e il personale nel contesto delle loro aziende per poter garantire gli accessi al pronto soccorso. Ma ci sono anche delle azioni che abbiamo messo in campo come la contrattualizzazione dei cosiddetti medici gettonisti, abbiamo cercato di contrattualizzare anche medici della medicina militare e quelli stranieri abilitati a svolgere la professione di medico in Italia e, non ultimo, fatto accordi con le università».

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