Ogni anno in Italia si perdono oltre 6 miliardi di costi sociali e sanitari (soldi che potrebbero essere spesi per investire in cultura o per migliorare la qualità della vita delle famiglie povere) a causa del gioco patologico.

Cifra che arriva a 10 contando anche il mancato versamento dell'Iva per tutti i soldi spesi in scommesse, gratta&vinci e videoslot, invece che in beni di consumo. È sempre più difficile far fronte ai problemi di dipendenza dei giocatori patologici, stimati tra i 550 e gli 800 mila, anche se sono molti di più (quasi 2 milioni) quelli a rischio.

Se n'è parlato nell'incontro tenuto a Senorbì, oggi nel primo pomeriggio nel teatro comunale, su iniziativa del Dipartimento salute mentale dell'azienda sanitaria di Cagliari per far conoscere a un pubblico il più vasto possibile le tematiche dell'alcolismo e del gioco d'azzardo patologico. Oltre agli esperti sono intervenuti il sindaco di Senorbì Adalberto Sanna, il parroco don Nicola Ruggeri e monsignor Antioco Piseddu, vescovo emerito di Lanusei.

Obiettivo dell'iniziativa (ci saranno presto altri convegni sul tema) era tenere alta l'attenzione sulle problematiche legate all'abuso di alcol e sul gioco d'azzardo, molto difficili da contrastare a causa dei retrostanti interessi economici e per la minimizzazione sociale del fenomeno circondato spesso dall'indifferenza. In occasione dell'incontro è stato donato ai partecipanti un libro che mostra il raggiungimento di un rilevante obiettivo di sensibilizzazione e cambiamento che consiste nella responsabilizzazione e nell'attivazione di pazienti, familiari, associazioni.

Il Centro per i Disturbi Psichiatrici Correlati ad alcol e gioco d'azzardo patologico, in questi anni, ha affrontato queste complesse sofferenze con il coinvolgimento costante delle famiglie.
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