La radio, i successi, i talent: il nuovo corso della ‘’filiera musicale’’

20 settembre 2025 alle 14:07

Dai tormentoni dell’estate ai successi che restano. Perché Alfa scala le classifiche rilanciando una hit di Manu Chao del 2001? Come sta cambiando il mondo della musica? E come è influenzato dal rapporto tra la radio e la produzione discografica?

Per John Vignola, giornalista e critico musicale «la dialettica tra la radio che trasmette e il singolo che viene confezionato per essere trasmesso è veramente inestricabile. Aggiungiamo che ora non c’è più un supporto fisico collegato alla musica. Per cui la situazione, apparentemente più lineare, è in realtà molto complessa. Perché ci sono molti fattori che comunicano tra di loro».

Vignola, che conduce su Radio 1 ‘’La nota del giorno’’, affronta la relazione tra radio e successi. La prima è fondamentale per scalare le classifiche? «I successi discografici che passano dal canale radiofonico sono spesso molto effimeri: durano una stagione o poco più e raramente si ‘’eternano’’. Questo è uno dei punti traballanti della nuova filiera musicale, più produttiva che artistica»

E la musica italiana? «Vive molto di rimessa, sui nostri ‘’pilastri’’. Soprattutto Lucio Dalla è un punto di riferimento continuo. Possiamo dire, senza scandalizzare nessuno, che c’è una stanchezza estetica. Guardare al passato semplificandolo, avere riferimenti confortevoli, è una caratteristica della musica di oggi, con alcune eccezioni. C’è stata una grande spinta della musica ritmata, collegata all’elettronica. Ora però sta perdendo peso. E’ la canzone, che fatica a trovare una strada di innovazione interna»

Per il successo si deve passare dai talent? «Il punto non è il mezzo, ma quanto le filiere generano artisti completi. I talent spesso producono bravi esecutori, ma poco creativi»

John Vignola era ospite di ‘’Radar’’ su Videolina.