25 Aprile, la Cgil sarda: "Sia festa anche per ricordare la centralità del lavoro"

25 aprile 2024 alle 14:31aggiornato il 25 aprile 2024 alle 14:33

Nel giorno della Liberazione è partita anche in Sardegna la raccolta firme per i referendum su licenziamenti, contratti a termine e sicurezza promossi dalla Cgil nazionale.

A Cagliari i banchetti del sindacato stamattina erano in piazza Garibaldi durante la manifestazione per celebrare il 25 aprile, il giorno della Liberazione, che ha visto sfilare nel capoluogo sardo circa 10mila persone.

“Vogliamo restituire centralità e valore al lavoro svilito e deprivato da leggi e norme che lo hanno reso precarie e insicuro”, ha detto il segretario della Cgil Sardegna Fausto Durante per spiegare le ragioni che hanno portato il sindacato a stilare i quattro quesiti per la raccolta delle 500 mila firme necessarie per portare i referendum al voto del Paese.

Il primo quesito mira a cancellare il contratto a tutele crescenti normato dal Jobs act che dal 2015 rende possibili, nelle aziende con più di 15 dipendenti, i licenziamenti senza giusta causa, impedisce il reintegro e prevede solo un indennizzo. Il secondo, invece, riguarda le aziende al di sotto dei 15 dipendenti: se il giudice sancisce che un licenziamento è illegittimo la noma attuale prevede un tetto massimo di indennizzo, soltanto sei mesi, che possono diventare 10 se l’anzianità di servizio è più di dieci anni e 14 se più di venti. Il terzo propone l’abrogazione della norma che consente di stipulare i contratti a termine senza alcun motivo. Il quarto infine, riguarda la salute e sicurezza nel lavoro in appalto e subappalto: oggi non è prevista alcuna responsabilità delle committenti quando esternalizzano e subappaltano, anche a cascata, le attività ad altre imprese.

Francesca Melis