L’intero comparto delle rinnovabili attende l’approvazione da Bruxelles del decreto CER (Comunità Energetiche Rinnovabili) per lo sviluppo dei sistemi di autoconsumo.

Il decreto prevede, attraverso finanziamenti a fondo perduto e tariffe premianti per impianti con potenza non superiore a 1 MW, il sostegno alle CER e alle configurazioni di autoconsumo singolo e collettivo fino al 31 dicembre 2024, o fino alla data in cui verrà raggiunta una potenza finanziata pari a 300 MW.

Il fermento non accenna a diminuire e i diversi comparti chiedono a gran voce una decisione veloce e d’impatto, che sia in grado di dare maggiore sostegno alle rinnovabili e permetta alle CER di crescere in quanto elemento essenziale per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2023.

Il potenziale dei sistemi di autoconsumo a livello residenziale è elevato, come emerge dall’ultimo studio dell’ENEA, secondo il quale è possibile sfruttare il 30% della superficie dei tetti per istallare pannelli fotovoltaici ed ottenere l’energia necessaria al fabbisogno residenziale. Il documento descrive il reale potenziale del fotovoltaico in Italia al 2030 e al 2050 tenendo conto del solo impiego delle superfici di copertura di edifici ad uso abitativo già esistenti, senza il bisogno di costruire nuovi edifici e consumare nuovo suolo.

A che punto è la Sardegna

In Sardegna a fine marzo 2023 risultavano installati 1.167 MW per un totale di quasi 51.000 impianti, collocandosi così al nono posto della classifica regionale in termini di potenza e al decimo in termini di numero di impianti. A livello cumulativo nella regione sono installati 220 MW di impianti con potenza inferiore ai 12 kWp, questo significa che sono impianti residenziali, la cui consistenza è dovuta certamente anche all’effetto superbonus, 155 MW sono stati installati nella fascia di potenza tra i 12 e il 200 kWp, da ascrivere prevalentemente al settore industriale, 170 MW con impianti di potenza tra i 200kWp e 1 MWp sempre per il settore Commerciale e industriale, e 621 MW di impianti oltre il MW di potenza, da considerare quindi impianti utility scale. Nel primo trimestre di quest’anno la Sardegna ha installato 34 nuovi MW per un totale di circa 3.300 impianti, di questi 19 MW sono installazioni di tipo residenziale, mentre 12 MW sono impianti di potenza compresa tra 1 e 10 MWp, i restanti 3 MW sono da ascrivere al settore industriale.

Appuntamento a Cagliari

In questo panorama si inserisce la nuova tappa SolarCommunity del Tour di ITALIA SOLARE in programma per il 23 giugno 2023 a Cagliari presso l’Hotel Regina Margherita. L’incontro sarà l’occasione per gli esperti del settore fotovoltaico di confrontarsi su accumuli, autoconsumi e comunità energetiche, tematiche al centro anche della bozza di decreto CER. In dettaglio si parlerà di storage in termini di scenario e di installazioni, con il contributo di Fabio Zanellini, Consigliere di ITALIA SOLARE e coordinatore del GDL Sistemi di Accumulo.

A seguire, Fabrizio Pilo (Presidente del CT 316 del CEI) parlerà di “Accumuli come servizio di flessibilità alla rete elettrica” mentre Emilio Ghiani (UnIca) “Accumuli a servizio dei sistemi di autoconsumo condominiali

A moderare l’evento la giornalista ed esperta di CER Daniela Patrucco, vi prenderà parte n Anita Pili, Assessore dell’industria Regione Autonoma della Sardegna.

Dalla Regione Sardegna 4 milioni di € per lo sviluppo delle CER

In Sardegna in particolare le rinnovabili e le comunità energetiche non solo sono viste come un elemento fondamentale per raggiungere gli obiettivi di autonomia energetica a e di decarbonizzazione, ma creano opportunità per piccoli Comuni per contrastare lo spopolamento. La Regione Sardegna ha così deciso di investire nelle comunità energetiche 4 milioni di euro per un equo accesso alle risorse energetiche, a vantaggio dei cittadini e dei territori economicamente svantaggiati, affinché possano dotarsi di energia pulita ed evitare lo spopolamento. Lo stanziamento assegna due milioni per il 2023 e altri due per il 2024.

I fondi sono destinati allo studio di fattibilità e all'avviamento delle comunità, consentiranno ai Comuni di verificare anche la possibilità di associarsi in unioni e, soprattutto, di avere finanziate spese che non sono previste, ad esempio, tra i costi eleggibili dei prossimi bandi Pnrr. 

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