Un Manoscritto del 1592, sottratto dall’archivio diocesano del capoluogo sardo negli anni ’70 riguardante il processo canonico con cui l'arcidiocesi di Cagliari riconobbe ufficialmente la storia e i miracoli attribuiti alla statua di Nostra Signora di Bonaria. Ma anche una mitragliera risalente al secondo conflitto mondiale e ritrovata a 50 metri di profondità nel Golfo di Cagliari e una lunga lista di beni archeologici, storici, documentari ed ecclesiastici, dall’età del bronzo al secolo scorso. 

Sono solo alcuni degli oltre 150 reperti, dall’età protostorica fino alla seconda guerra mondiale, recuperati in operazioni di servizio e in attività subacquee del Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio culturale di Cagliari e in vetrina a Barumini al Centro di Comunicazione e Promozione del Patrimonio Culturale “Giovanni Lilliu”. La possibilità di ammirarli arriva da ‘Thesaurus – Il patrimonio usurpato’, la mostra inaugurata lo scorso marzo e che, visto il successo ottenuto finora, è ancora visitabile a Barumini. 

L’allestimento fa parte dell’idea progettuale voluta dalla Fondazione Barumini Sistema Cultura e il Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cagliari, per sensibilizzare i cittadini sui temi della salvaguardia e tutela dei beni culturali, coinvolgere i giovani studenti sardi sull’importanza della tutela dei beni archeologici sardi, oltre che far conoscere l’operato del Nucleo dei Carabinieri impegnato nelle attività di recupero e tutela dei beni culturali dispersi o illecitamente sottratti. 

La mostra, nata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna e il Comune di Barumini, mette ancora in vetrina i beni provenienti dalle operazioni di recupero preventivo e regressivo condotte dai militari per tutelare l’importanza archeologica, storica e documentaria di questi oggetti storici ora sottratti alle attività illecite. Tra i reperti ci sono anche ceppi in piombo trovati a oltre 40 metri di profondità nel Golfo di Cagliari, lingotti di piombo risalenti all’età romana e ancora anfore, collane, scarabei e altri reperti ora recuperati e conservati per la collettività. 

Nel corso dei mesi di allestimento la mostra si è rivolta anche ai più giovani con le visite degli studenti delle scuole superiori (3° e 4° classi) e ha coinvolto direttamente i ragazzi che hanno potuto collaborare con le diverse istituzioni coinvolte. Il progetto didattico ha fornito ai ragazzi tutto il materiale didattico oggetto di studio scaturito nell'elaborazione in classe di un progetto individuale o per gruppi culminato in un concorso che ha permesso di premiare l’elaborato migliore prima della fine dell’anno scolastico. 

La mostra è ancora visitabile tutti i giorni della settimana.

Per info: http://www.fondazionebarumini.it/it/orari-tariffe-e-modalita-di-visita/

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