“The Economist” incorona l'Italia “Paese dell'anno”.

"È cambiata" grazie a Mario Draghi, "un premier competente e rispettato a livello internazionale" – si legge nelle motivazioni della scelta del settimanale in lingua inglese – e non si può negare che "sia migliore di un anno fa".
A essere elogiato è il nuovo governo guidato dall’ex presidente della Banca Centrale Europea, in carica dal 13 febbraio scorso, che sembra saper gestire i conflitti interni all’esecutivo meglio del suo predecessore, Giuseppe Conte. 

C'è "una maggioranza che ha sepolto le divergenze a sostegno di un programma di profonde riforme" in vista dei fondi del Recovery e un'economia che si sta riprendendo meglio di quelle francesi e tedesche.

Le prospettiva di crescita per quest’anno prevedono un aumento del Pil superiore al 6%.

La rivista mette però in guardia sulla possibilità che il premier possa essere eletto capo dello Stato a gennaio: c’è il "pericolo che questa insolita esplosione di governance possa subire un'inversione" se Draghi andasse al Quirinale, "un incarico più cerimoniale", lasciando il posto ad un premier "meno competente".

Anche nei mesi passati "The Economist" aveva elogiato l’Italia, citando i trionfi sportivi alle ultime Olimpiadi, la vittoria dei Maneskin all’Eurovision e il premio Nobel per la fisica assegnato a Giorgio Parisi ma anche il successo della campagna vaccinale anti-Covid, tra gli elementi che hanno favorito la ripresa.

(Unioneonline/F)

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