La parola chiave è longevità. Per Quartomoro, l’azienda vitivinicola fondata da Piero Cella e Luciana Baso con i figli Alberto e Violante, si tratta di un viaggio affascinante che caratterizza l’evoluzione di un vino nel tempo. Uno splendido percorso emozionale e di conoscenza attraverso «i vitigni più significativi del nostro territorio, per scoprirne gli aspetti evolutivi e apprezzarne gli effetti», spiegano Piero e Luciana.  

"Vite d’essenza" è il cuore pulsante del fortunato progetto Memorie di Vite, della Quartomoro family. Nella nuova cantina che sorge ai piedi del Monte Arci, località Is Bangius a Marrubiu, venerdì è stato presentato l’Archivio Storico che dal 2011 raccoglie una parte della produzione di ogni singola etichetta, dando vita così ad una speciale banca del vino. «Un progetto che nasce dalla volontà della cantina di capire se le varietà tradizionali e autoctone bianche e rosse possono sostenere un invecchiamento e una maturazione degna di regalare emozioni. Generalmente - aggiungono i fondatori della cantina – i vitigni sardi trasformati in vino non sono stati sottoposti a questo tipo di test, e i sardi hanno sempre guardato con grande timidezza ad una dote così ambita: la longevità. Le sorprese sono tante: il Vermentino dopo 10 anni mostra ancora freschezza e sensazioni olfattive agrumate ancora vive, e una speziatura diversamente sferzante. Il Bovale da vigne di sabbia, regala tessiture caratteristiche di vitigni da lungo invecchiamento, e, tipico di un territorio vicino al mare, ci trasferisce note balsamiche e iodate ed una struttura tannica soave e fresca allo stesso tempo».

Quartomoro, nata nel 2011, oggi produce circa 60 mila bottiglie e conta una superficie aziendale di 12,5 ettari dove vengono allevati Vermentino, Vernaccia, Nuragus, Semidano, Arvisionadu, Nasco, Cannonau, Bovale, Muristellu, Carignano, Cagnulari, Monica. Una gemma vitivinicola straordinaria custodita dalle ossidiane dell’antico vulcano.

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