Si fermano i forni alla Portovesme srl. Anche l’ultima attività, la lavorazione dei fumi delle acciaierie, viene sospesa.

L’azienda, che a dicembre ha fermato la produzione dello zinco, ieri ha comunicato ai sindacati lo stop anche all’ultima attività svolta nel sito produttivo.

Dalle 10 di questa mattina fermi anche i forni Waelz che lavorano i fumi delle acciaierie, uno stop totale a tutte le attività. «Azione sconsiderata e priva di obiettivi condivisi – attacca la Rsu della fabbrica – che determina una situazione preoccupante sotto tutti i punti di vista».

La protesta davanti ai cancelli dello stabilimento si è fermata dopo la notizia della convocazione del tavolo da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Due gli incontri che si terranno l’11 marzo, un focalizzato sul lavoro l’altro sull’approvvigionamento energetico.

La motivazione dello stop? L’azienda la imputa agli stessi lavoratori: la decisione, viene spiegato, è dovuta ai «blocchi operati dai manifestanti che hanno rallentato o bloccato l’attività».

Nella comunicazione inviata ai sindacati, all’associazione Industriali e al prefetto di Cagliari, l’azienda spiega che «due mezzi per evacuare le scorie sono stati fatti uscire dallo stabilimento» in ritardo, «dopo un giorno, al termine dell’assemblea», e successivamente «altri mezzi che trasportavano materiali necessari alle attività produttive sono stati bloccati».

Una situazione, sottolinea Portovesme srl, che «non consente di proseguire in piena sicurezza l'attività nello stabilimento».

Ieri lo scontro tra Regione e Governo, con il ministro Urso che ha sollecitato la presidente Todde ad attivare gli ammortizzatori sociali e gli assessori Cani e Manca che, sottolineando che gli ammortizzatori sono attivi da gennaio, hanno chiesto certezze sul futuro produttivo dello stabilimento.

(Unioneonline/L)

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