Dal primo gennaio le tariffe di elettricità e gas sono cresciute in certi casi di oltre il 50 per cento a causa dell’aumento dei prezzi all’ingrosso dei prodotti energetici. Una situazione che Stefano Besseghini, presidente di Arera (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), definisce “assolutamente eccezionale”.

A pagarne le conseguenze saranno in poche settimane circa 700mila famiglie sarde e lo stanziamento del governo, pari a 3,8 miliardi di euro per l’abbattimento di alcune voci delle bollette, servirà solo in parte.

Per Giorgio Vargiu, presidente regionale dell’Adiconsum, “l'impressione è che ci siano speculazioni su più piani. Quelle a livello internazionale, legate ai motivi dell'aumento del prezzo del gas. Poi ce n'è una più vicina a noi: le aziende produttrici continuano a macinare guadagni, scaricando i rincari solo sui cittadini. E nessuno, né il Governo né le authority competenti, ha fatto qualcosa per arginare tutto questo”.

Per una famiglia-tipo tutto questo si tradurrà in una stangata di oltre mille euro nel corso dell’anno.

Sul fronte energetico “un aumento così spropositato non si è mai visto e non ha nessuna giustificazione, specialmente dopo che produciamo tanta corrente con fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico – aggiunge Giuliano Frau, presidente di Adoc -. Qualcuno ci deve spiegare dove va a finire tutta quell'energia e da chi viene utilizzata, visto che nel frattempo ci sono tante industrie che chiudono”.

L'Arera ha annunciato che gli aumenti del primo trimestre saranno del +55% per l'elettricità e +41,8% per il gas di città, ma i rincari negli scorsi mesi hanno riguardato anche il gpl in bombola.

(Unioneonline)

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