L’inflazione accelera e sfiora il 12%: “Record da marzo 1984”. In Sardegna forti rincari sui beni alimentari
Dati allarmanti, trainati dall’aumento dei prezzi di beni energetici e alimentariForte accelerazione dell’inflazione, che ad ottobre arriva a sfiorare il 12% secondo le stime preliminari dell’Istat. I prezzi al consumo per l’intera collettività registrano un aumento del 3,5% su base mensile e dell11,9% su base annua (a settembre su base annua l’inflazione era dell’8,9%).
“Bisogna risalire al marzo 1984 per vedere un dato del genere”, commenta l’Istat.
L’accelerazione, commenta ancora l’Istat, “si deve soprattutto ai prezzi dei beni energetici (da +44,5% di settembre a +73,2%) e, in misura minore, a quelli dei beni alimentari (da +11,4% a +13,1%)”.
Più in generale, accelera l’inflazione sui prezzi dei beni (da +12,5% a +17,9%), rallenta sui servizi (da +3,9% a +3,7%).
Proprio sugli alimentari secondo gli ultimi dati divisi per città, Sassari e Olbia erano tra quelle con i maggiori rincari (rispettivamente +12,6% e +13,1%). Si tratta di numeri – questi ultimi – relativi a settembre, secondo cui in Sardegna l’inflazione risultava più alta rispetto alla media nazionale anche nei servizi di ristorazione.
CONFCOMMERCIO
Sui dati Istat arriva il grido d’allarme di Confcommercio, che per il mese d’ottobre stimava invece un’inflazione molto più bassa, del 9,895: “Uno shock per il nostro sistema, in un solo mese si è registrata una variazione dei prezzi analoga a quella rilevata complessivamente tra il 2017 e il 2021. Le tensioni, che hanno portato a tassi di crescita dei prezzi eccezionali nel comparto energetico, si stanno diffondendo ormai a tutti i settori, principalmente beni di largo consumo”.
Una situazione “purtroppo non destinata a registrare modifiche sostanziali nel breve periodo”, sottolinea l'associazione di categoria, che pone l’accento sulle famiglie che “hanno sempre maggiori difficoltà a mantenere l’attuale mix di consumi, essendo costrette a spostare una quota sempre più rilevante del proprio reddito verso le spese di base come energia, alimentazione”.
Di qui i timori di una “recessione prolungata che vada oltre il periodo a cavallo tra fine 2022 e inizio 2023”.
(Unioneonline/L)