Export Regioni, sprint del sud: Sardegna regina
I dati del 2021, rispetto all'anno precedente, mostrano nel Paese un export con una crescita molto sostenuta e diffusa a livello territoriale
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Nel quarto trimestre 2021, l'Istat stima una crescita congiunturale delle esportazioni, sebbene con intensità diverse, per tutte le ripartizioni territoriali con uno sprint più deciso per il Centro-Sud: +8,8% per il Sud e Isole, +5,2% per il Centro, +3,6% per il Nord-est e +0,8% per il Nord-ovest.
"Su base tendenziale, la crescita resta sostenuta, in rallentamento rispetto al trimestre precedente per le ripartizioni del Nord, in accelerazione per il Centro e il Sud e Isole". Commenta l'Istat evidenziando che "nel complesso, il 2021 si chiude con una forte crescita dell'export determinata per circa tre quarti dall'aumento delle vendite all'estero - in particolare verso i mercati Ue - delle ripartizioni del Nord".
La Sardegna è la regione che registra un incremento più marcato dell'export (+63,4%) mentre la Lombardia "da sola, contribuisce all'aumento dell'export nazionale per 5 punti percentuali, di cui la metà spiegata dall'incremento delle vendite di metalli, prodotti chimici e macchinari". Osserva Istat.
Nel 2021, rispetto all'anno precedente, l'export delle regioni mostra una crescita molto sostenuta (+18,2%) e diffusa a livello territoriale: l'aumento delle esportazioni è molto marcato per le Isole (+46,4%), intorno alla media nazionale per il Nord-ovest (+19,2%) e il Nord-est (+18,0%), più contenuto per il Centro (+15,3%) e soprattutto, per il Sud (+6,6%).
Nel complesso del 2021, tutte le regioni italiane, a eccezione della Basilicata (-14,7%), registrano incrementi dell'export: i più marcati per Sardegna (+63,4%) e Sicilia (+38,8%), i più contenuti per Puglia (+4,9%) e Abruzzo (+5,0%).
Le performance positive di quattro regioni - Lombardia (+19,1%), Emilia-Romagna (+16,9%), Veneto (+16,7%) e Piemonte (+20,6%) – contribuiscono per 11,6 punti percentuali all'aumento dell'export nazionale.
Nel 2021, l'aumento delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo da Lombardia e Veneto, di macchinari e apparecchi da Lombardia ed Emilia-Romagna e di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna spiega per 3,8 punti percentuali la crescita dell'export nazionale. All'opposto, la contrazione dell'export di metalli di base e prodotti in metallo dalla Toscana, di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Veneto, Lazio, Liguria e Marche e di autoveicoli dalla Basilicata fornisce un contributo negativo di 0,9 punti alla variazione delle esportazioni.
Nell'insieme dell'anno, i contributi maggiori alla crescita tendenziale dell'export nazionale derivano dall'aumento delle vendite della Lombardia verso Germania (+22,9%) e Francia (+20,7%) e di Emilia-Romagna e Toscana verso gli Stati Uniti (+33,3% e 48,6% rispettivamente). Per contro, apporti negativi provengono dal calo delle esportazioni del Lazio verso Stati Uniti (-28,0%) e Russia (-54,9%) e della Basilicata verso gli Stati Uniti (-45,4%).
L'analisi provinciale dell'export mostra performance positive per quasi tutte le province italiane: i contributi positivi più elevati si rilevano per Milano, Torino, Brescia, Firenze, Vicenza, Roma, Bergamo, Siracusa, Modena e Bologna. Si segnalano dinamiche negative per Arezzo, Potenza, Piacenza, Rovigo, Latina, Ascoli Piceno, Palermo, Bari, Foggia e Caltanissetta.
(Unioneonline/v.l.)