"È il momento per far convergere a un tavolo nazionale Eni e Novamont per sciogliere il nodo Matrica e valutare eventuali possibilità alternative nel polo industriale di Porto Torres".

Sono le parole del viceministro al Mise Alessandra Todde che, intervenendo in videoconferenza all'incontro dibattito organizzato a Sassari dalla Cisl per fare il punto sul piano di riconversione a chimica verde del sito Eni del nord ovest della Sardegna, si è impegnata a riaprire il confronto tra le parti sotto la diretta regia del ministero.

"È necessario sciogliere al più presto il nodo Matrica, gli attori chiariscano se intendono andare avanti o lasciare spazio ad altri soggetti. Se non ci dovessero essere le condizioni per andare avanti bisogna cominciare a discutere in maniera seria di possibilità alternative".

Il piano previsto dal protocollo d'intesa firmato esattamente dieci anni fa prevedeva la riconversione dell'ex petrolchimico a polo della chimica verde, con sette nuovi impianti alimentati da una centrale elettrica a biomasse, con materia prima prodotta su 20mila ettari di terreni coltivati a cardo, in Sardegna.

Un progetto rimasto per larga parte sulla carta: sono stati realizzati solo tre impianti e dei 20mila ettari ne sono stati impiantati solo 700, quindi le ricadute industriali e occupazionali previste non si sono realizzate.

"Riteniamo che oggi le condizioni per completare il progetto ci siano tutte. A partire dalle opportunità che può offrire il progetto il Next Generation Eu e il PNRR", ha precisato Pier Luigi Ledda, segretario generale della Cisl territoriale di Sassari, "occorre innovare nei processi e nei prodotti, consolidare gli impianti per incrementare la capacità produttiva, concentrare la produzione su ciò che il mercato richiede, risolvere una volta per tutte il contenzioso nella joint venture Matrìca o scioglierla, con l'acquisizione da parte di Versalis, investire in marketing e commercializzazione dei prodotti".

(Unioneonline/F)

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