Costretti all'isolamento per l'emergenza Covid-19 gli italiani possono fare buon viso a cattivo gioco, dedicandosi a un'attivitĂ  che - dati alla mano - solitamente non li appassiona. Ovvero: la lettura. Solo quattro italiani su 10, infatti, leggono almeno un libro, uno qualunque, all'anno. La quarantena obbligata farĂ  innalzare la percentuale? ChissĂ .

Ad ogni modo, di seguito alcuni "consigli" di lettura, basati sui titoli che vanno forte in classifica, con l'aggiunta di qualche opera "ad hoc" del passato, perfetta per il periodo difficile che stiamo affrontando.

1) "Storia di chi resta e di chi fugge" (E/O) - E' il best seller del momento, firmato dalla fantomatica Elena Ferrante. Ma non è l'unico titolo della misteriosa autrice presente nell'attuale top ten. Scorrendo la graduatoria troviamo anche la sua "Storia della bambina perduta" e il suo libro più famoso, con milioni e milioni di copie vendute in tutto il mondo: "L'amica geniale".

2) "L'inverno più nero" (Einaudi) - Per gli amanti di gialli e noir, ecco l'ultima fatica di Carlo Lucarelli. La presentazione è tutto un programma: "Per risolvere un caso De Luca è disposto a tutto, perfino a vendere l'anima al diavolo. Questa volta, però, ha l'occasione di fare la cosa giusta nel modo giusto".

3) "La fiamma nel buio" (Piemme) - Altro romanzo per gli appassionati di indagini e suspence, ambientato in questo caso negli Usa. A Los Angeles precisamente, nel mondo della polizia, tra conti in sospeso da regolare, ombre e misteri del passato che tornano a bussare alla porta. L'autore? Un maestro del genere, dunque una garanzia: Michael Connelly.

4) "Virus - La grande sfida" (Rizzoli) - Ai tempi del Coronavirus è bene restare informati e rifuggire dicerie e fake news. Sul Covid, ma anche su tutte le altre "minacce" silenziose che attraversano e attraverseranno il mondo, mettendo a dura prova i sistemi sanitari. Lo firma il virologo Roberto Burioni, diventato ormai un volto noto al pubblico social e televisivo italiano.

5) "Cecità" (Feltrinelli) - Capolavoro di Josè Saramago. E' uscito nel 1995, ma è come se l'autore premio Nobel portoghese avesse già previsto tutto quello che un'epidemia può scatenare negli uomini e nelle donne, minando la convivenza civile e costringendo tutti, governi e popoli, a scelte, coraggiose, codarde e persino bestiali. Profetico.

6) "La peste" - Un altro capolavoro, firmato Albert Camus, che, come quello di Saramago, ha anticipato dinamiche sociali e riflessioni sulle epidemie che sconvolgono la società e portano ciascuno di noi a interrogarsi sul vero significato della vita. Pubblicato nel 1947, allo scoppiare dell'epidemia di Covid-19 l'opera dello scrittore francese è tornata prepotentemente in classifica.

7) "I promessi sposi" - Il capostipite dei romanzi sulle epidemie. Incubo per molti studenti negli anni della scuola, rileggerlo da adulti è tutta un'altra cosa. Oltre alla storia travagliata di Renzo e Lucia, anche il capolavoro ottocentesco di Alessandro Manzoni tratteggia dinamiche umane più moderne che mai. A seminare morte, nel Seicento, epoca dei fatti, era la peste, "che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c'era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimenti che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d'Italia". Vi suona familiare?

8) "La strada" (Einaudi) - Premessa: il romanzo di Cormac McCarthy non è adatto ai palati letterari più impressionabili. Né a chi ha bisogno di rifuggire il senso di pesantezza causato dalla quaratena. Lo scrittore Usa, infatti, va oltre la catastrofe e immagina un mondo devastato, pericoloso e selvaggio ad apocalisse già avvenuta. Protagonista un padre, rimasto vedovo, che ha un'unica - e ultima - missione: portare in salvo il figlioletto. A qualunque prezzo.

9) "La montagna incantata" - Non si parla di coronavirus, ma di tubercolosi, ma il romanzo di Thomas Mann, uscito nel 1924, approfondisce in maniera impressionante il rapporto tra uomo e malattia. Protagonista è il giovane ingegnere Hans Castorp, costretto a trascorrere mesi in un sanatorio per curarsi, tenendosi lontano dalla vita attiva e dai suoi cari e i suoi affetti. Una trama in questo momento, quanto mai familiare a tutti noi. Purtroppo.

10) "La veranda" - Oggi, chiusi in casa, comunichiamo dai balconi, diventati luoghi privilegiati per cercare contatto umano, chiacchierando con il vicino, cantando e ballando nei flash mob. Lo scrittore sardo Salvatore Satta aveva affidato questo ruolo, nel suo romanzo della fine degli anni Venti del Novecento, a una veranda. Quella dove comunicano ogni giorno i degenti di un sanatorio malati di tubercolosi. Anche in questo caso, la storia, in qualche modo, si ripete.

(Unioneonline)
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