Questa non è soltanto la storia di un'auto unica, ordinata da un industriale di Pavia direttamente alla carrozzeria Pinin Farina nel 1938, arrivata in Sardegna dopo diversi passaggi di mano e dopo la guerra, abbandonata poi per decenni sotto la tettoia di un'officina in via Santa Gilla a Cagliari. Questa è soprattutto la storia d'amore di un carrozziere di Capoterra per una vettura, certo, ma soprattutto per il suo lavoro certosino. La passione Giorgio Serreli, 58 anni, è stato capace di dedicare al restauro di questa vettura ogni minuto libero, sabato, domenica, Natale, Pasqua, Ferragosto, Capodanno e ferie compresi, per il recupero di quella vettura che vide per la prima volta alle fine degli anni 70, quando da apprendista arrivava in città con il pullman per cominciare questa professione. Un colpo di fulmine. Parliamo di una Lancia Aprilia Pinin Farina decappottabile del 1938. Giorgio Serreli, attraverso lo storico, ha ricostruito l'intera storia della fuoriserie. "E' stata una società di Pavia, l'Ente Acquedotti del Tanaro, a commissionarla a Pinin Farina, il carrozziere che creava modelli unici dalle vetture di serie. Era il 1938: in genere dallo stabilimento uscivano due modelli di ogni esemplare, Pinin Farina aveva questa regola, ma la gemella della mia Lancia Aprilia decapottabile non l'ho mai trovata e non ce n'è traccia. Certo, non ci sono le prove che sia un esemplare unico al mondo, ma sicuramente oggi non esiste documentazione di un altro esemplare".

La storia Dieci anni dopo il promo passaggio di proprietà a un industriale torinese per la somma di 400 mila lire. La guerra era finita, l'Italia stava rinascendo, un giovane sardo si trasferì a studiare ingegneria nella città sabauda e acquistò la Lancia Aprilia che ormai era demodè tra i giovani rampolli della Torino bene: era Giuseppe Piras, di Samassi. Fu grazie a lui che questa vettura arrivò in Sardegna.

Ed è negli anni Sessanta che Giorgio Serreli, giovane appassionato d'auto che a Capoterra conosceva tutti i modelli più prestigiosi ("La Jaguar del medico condotto, la Giulietta Sprint azzurra di un vicino di casa e così via"), viene folgorato dalla vista di questa vettura, abbandonata. "Ma non avevo né i soldi né il coraggio di chiedere di acquistarla. Mi accontentavo di vederla da lontano, ogni giorno quando andavo a lavorare nella carrozzerie di via Ticino a Cagliari". Per un certo periodo venne ospitata in una concessionaria Lancia sempre a Cagliari, poi la acquistò un imprenditore nel ramo dell'edilizia, infine venne ricoverata in un'officina di via Santa Gilla. Abbandonata. Aggredita dalla ruggine, senza motore. Il restauro In queste condizioni la acquistò un altro carrozziere. Giorgio Serreli, che nel frattempo aveva aperto la sua attività di restauro di vetture a Capoterra, venne a saperlo e offrì al collega una cifra superiore pur di averla. Affare fatto. "Sono stato fortunato: mentre la smontavo, sotto i sedili ho ritrovato le targhe".

Un restauro incredibile, cominciato attorno al 2000 e durato dieci anni di lavoro matto e disperatissimo: "Il motore l'ho acquistato in Romagna, era di un'Aprilia dismessa. Tanti pezzi di lamiera li ho dovuto ricostruire, utilizzando tecniche e materiali dell'epoca". La vettura è stata completamente smontata, sabbiata, i vecchi frammenti della vernice originale recuperati per poi poter recuperare i colori originali in acrilico. Difficile descrivere per Giorgio Serreli l'emozione quando ha messo in modo il suo gioiello, quando le fatto compiere i primi metri. "Può capirlo soltanto un appassionato di auto come questa". Adesso la usa per i raduni di auto d'epoca e per i concorsi nazionali e internazionali di bellezza, dove esperti di livello internazionale hanno giudicato eccellente, maniacale, da prendere come modello". Giorgio Serreli con la sua Aprilia ha vinto il terzo premio in un concorso di eleganza a Padova nel 2015: al primo posto c'era una Ferrari del 1957, al secondo una vettura (Iso-Rivolta) che appartiene a Nicolò Ghedini, il parlamentare avvocato di Silvio Berlusconi. Ovviamente la Lancia Aprilia decappottabile di Giorgio Serreli non ha prezzo. "Semplicemente perché non è in vendita. Per me, mia moglie e miei figli ormai è di famiglia. E lo resterà".
© Riproduzione riservata