Un volto, mani singole, guantoni armati, un arco, faretre e ancora parti di gambe con ferite e tracce di colore rosso, frammenti di torso e di modellini di nuraghe, corna che un tempo erano parte degli elmi dei guerrieri e tanti altri frammenti, in tutto 31. È  il nuovo tesoro che da ieri si trova al museo civico di Cabras. Altri pezzi scoperti a Mont’e Prama negli anni Settanta sono tornati dunque nel loro luogo d’origine. Con il conferimento alla Fondazione Mont’e Prama dei frammenti scultorei che fanno parte del complesso statuario di Mont'e Prama, finora conservati al  museo Archeologico nazionale di Cagliari, si scrive una nuova pagina di storia cabrarese.

La collaborazione tra il Ministero e il Museo civico della cittadina del Sinis continua a dare conferme a un territorio che, pezzo dopo pezzo, vede rientrare nella laguna non solo le statue dei Giganti ma anche gli altri reperti ritrovati nella collina più famosa del Sinis. A sottoscrivere l'accordo è stata la Fondazione e il direttore del museo Archeologico nazionale di Cagliari Francesco Muscolino. Da oggi, quindi, il museo di Cabras si arricchisce di trentuno nuovi frammenti che raccontano esperienze di tremila anni fa, quando nel Sinis si realizzarono opere ciclopiche, con un'abilità artistica fuori dal comune. Un tesoro che dopo un attento studio espositivo nei prossimi giorni sarà già visibile nelle sale del museo di Cabras.

La direttrice della Fondazione Mont'e Prama Nadia Canu, che con il restauratore Davide Tomassi ha curato il trasporto, commenta: «Siamo felicissimi di aver ricevuto questo regalo di Natale in anticipo. Proprio da questi frammenti, insieme a quelli ancora conservati nel Centro di Restauro della Soprintendenza di Sassari a Li Punti, partirà a gennaio il lavoro di inventariazione concertato con gli uffici del Ministero della Cultura e, speriamo nell'arco di pochi mesi, contiamo di riprendere le attività di restauro, laddove si erano interrotte ormai da più di dieci anni».

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