"È un bene di Tuili, della nostra diocesi, ma anche dell'intera Sardegna e del mondo". Così il vescovo della diocesi di Ales-Terralba, padre Roberto Carboni, ha esordito nella conferenza di presentazione del restauro del retablo del Maestro di Castelsardo, ritenuto il capolavoro della pittura sarda del 1500 e da 500 anni custodito nella parrocchia di San Pietro a Tuili.

Parrocchia dove l'opera è rimasta assente nell'ultimo anno prima per sottoporsi a un necessario e urgente intervento di restauro eseguito da Annalisa Deidda nel suo laboratorio di Elmas.

Poi il retablo è stato esposto sino allo scorso settembre nella mostra di Venaria Reale, in provincia di Torino, che ha accolto gli oltre 200 capolavori italiani, tutti restaurati grazie al progetto "Restituzioni" del gruppo Intesa San Paolo.

Autorità civili, religiose e Soprintendenza davanti al retablo (foto Antonio Pintori)
Autorità civili, religiose e Soprintendenza davanti al retablo (foto Antonio Pintori)
Autorità civili, religiose e Soprintendenza davanti al retablo (foto Antonio Pintori)

"Una mostra visitata da oltre 70mila persone", ha riferito Maria Passeroni, funzionario della Soprintendenza alle Belle Arti del Sud Sardegna, "finalmente quest'opera ha avuto la ribalta nazionale e internazionale che merita. Un grande orgoglio per tutti noi che abbiamo lavorato a questo progetto ma anche per tutti i sardi".

La Soprintendente Maura Picciau ha aggiunto: "Un importante risultato raggiunto anche grazie all'impegno del mio predecessore. Un grazie sentito anche al gruppo Intesa. Ma mi piace sottolineare anche il fatto che questo retablo è stato custodito per 500 anni in questa chiesa".

Poi la parola al sindaco di Tuili Celestino Pitzalis: "Non è stato semplice trovare risorse per il restauro dell'opera, ma ora siamo tutti soddisfatti. Il mio grazie alla Soprintendenza e a Banca Intesa".

Il retablo restaurato e tornato a Tuili (foto Antonio Pintori)
Il retablo restaurato e tornato a Tuili (foto Antonio Pintori)
Il retablo restaurato e tornato a Tuili (foto Antonio Pintori)

IL RESTAURO - Quindi i dettagli sul restauro eseguito, "un intervento particolarmente urgente, perché i tarli avevano attaccato pesantemente l'opera oltre ai distacchi di colore", ha sottolineato Passeroni.

La restauratrice Deidda ha confessato: "Sono stati sei mesi difficili, tante scadenze da rispettare, ma siamo soddisfatti del risultato, che si nota in particolare nei polvaroli". Sono i dipinti laterali, dove ora le figure hanno riacquistato colore e nitidezza. L'ha interrotta un attimo Maria Passeroni: "Annalisa Deidda durante il restauro ha anche aperto il suo laboratorio alle scuole. Ha accolto gli studenti di un progetto di alternanza scuola-lavoro del liceo scientifico Euclide di Cagliari. Confronto importante anche per far conoscere il mestiere del restauratore, che tutti ci auguriamo abbia un futuro".

Passeroni ha aggiunto: "Pubblicheremo anche i risultati del restauro del retablo del Maestro di Castelsardo e delle indagini effettuate sull'opera". Indagini che hanno anche permesso alcune scoperte. "Come alcune scritte in lingua catalana", ha ricordato Deidda, "soprattutto indicazioni cromatiche, che trovano poi conferma nei colori realmente utilizzati in quella parte dell'opera e testimoniano l'importante lavoro di bottega per quest'opera. Ad esempio vermel per un rosso cardinalizio". Passeroni ha precisato: "Indicazioni cromatiche che testimoniano anche la perizia di questa bottega e lo stadio artistico avanzato del Maestro di Castelsardo, che nel retablo ha utilizzato tempera a olio e non più colori composti anche dall'uovo. Sicuramente l'opera della maturità del maestro".

La conferenza di presentazione del restauro del retablo (foto Antonio Pintori)
La conferenza di presentazione del restauro del retablo (foto Antonio Pintori)
La conferenza di presentazione del restauro del retablo (foto Antonio Pintori)

I PRECEDENTI - È toccato invece a Lucia Siddi, che in passato ha seguito le vicende del retablo di Tuili sempre per conto della Soprintendenza, ricordare i precedenti interventi di restauro sul polittico. "Agli inizi del 1900 venne portato a Cagliari con tanti altri retabli per un intervento in un locale della Pinacoteca, trasformato in laboratorio", ha detto Siddi, "poi un altro intervento negli anni Sessanta, le cui magagne sarebbero poi emerse una ventina d'anni dopo. Forse si esagerò con la pulitura e si usò una sostanza che ha cancellato molte sfumature realizzate dal maestro sull'opera".

Errori ai quali si pose rimedio nei primi anni ottanta del secolo scorso con un nuovo restauro effettuato da Gianfranca Carboni nei locali della casa parrocchiale messi a disposizione dal parroco don Tonino Meloni, che aveva molto a cuore il futuro dell'opera. "Ci chiamò don Meloni perché notò pericolosi distacchi di colore nel retablo", ha ricordato sempre Siddi, "l'opera era davvero malridotta e sarebbe stato anche un pericolo spostarla".

Il primo lotto di 10 milioni, il secondo di 15 milioni. La Siddi ha concluso: "Questo è sicuramente il più bel retablo della Sardegna. Tuilesi andatene fieri".

Il pomeriggio si è chiuso con una visita guidata davanti all'opera coordinata dal professor Marco Antonio Scano.
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