“Tra pennelli e immagini virtuali. La pittura italiana nei nuovi anni Venti” è il titolo della mostra con cui Intesa Sanpaolo porta alla fiera milanese “miart 2022” le opere di cinque giovani artisti emergenti.

E fra loro, selezionati dal curatore Luca Beatrice, c’è anche Giuseppe Mulas di Alghero.

L’esposizione, aperta al pubblico dall’1 al 3 aprile, offre uno sguardo aperto e inedito sul panorama della pittura italiana contemporanea, attraverso una rilettura globale dei nostri tempi.

"Questa iniziativa – il commento di Nicola Ricciardi, direttore artistico “miart” – è frutto della piena consapevolezza che solo investendo sui giovani si può costruire una ripresa credibile e duratura, tanto per i galleristi, quanto per gli artisti. Una presa di coscienza che condividiamo profondamente, come dimostra il fatto che proprio quest'anno la sezione di “miart” dedicata alle nuove realtà sarà per la prima volta posta all’inizio del percorso espositivo, proprio per garantire la più ampia visibilità possibile”.

Giuseppe Mulas, di origine algherese, classe 1995, vive e lavora a Torino, dove si è diplomato all’Accademia Albertina di Belle Arti. I suoi lavori, definiti da una pittura materica e pluristratificata, si contraddistinguono per una sintesi fra tematiche e modalità espressive apparentemente contraddittorie: da una parte, il confronto tra la solitudine del presente e i ricordi legati all’infanzia; dall’altra, un’ironia appena accennata attraverso l’utilizzo dei doppi sensi. Proprio questa analisi caratterizza la sua primissima produzione, in cui l’artista fonde il mondo di ieri con quello di oggi, il suo lato bambino con quello più adulto, nel tentativo di fissare sulla tela frammenti di vita riaffiorati alla mente. Il tutto immerso in un’atmosfera enigmatica, tra l’onirico e il simbolico, dove corpo, nature morte e ambienti domestici si fanno strumenti per scandagliare il suo mondo interiore, imprigionato nel blu della notte.

Le sue opere più recenti, come "Melancholy Took Me” e “Looking for the Night Away” (2022), si pongono in linea di continuità con questa poetica. La percezione di un universo attonito e misterioso è ancora preponderante, così come la memoria dell’infanzia e l’utilizzo del colore blu, o forse sarebbe meglio scrivere blue, in inglese, come i titoli di tutte le sue opere, come il colore della malinconia. Tatuata sulla pelle, la notte rimane l’ambientazione prediletta di entrambi i quadri, ambientazione che si riversa all’interno di corpi adagiati su un letto disfatto, oppure in sella al cavallo di un carosello sognato.

Gli altri artisti in esposizione sono Paolo Angelini, Sabrina Casadei, Rudy Cremonini, Diego Gualandris.

(Unioneonline/v.l.)

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