Vincitrice del concorso letterario nazionale LetteraFutura riservato alle scrittrici esordienti Francesca Pongiluppi con il suo “Come le lucciole” (Solferino, 2025, euro 18,50, anche e-book) ci propone un romanzo che ripercorre alcuni degli eventi più dolorosi della storia italiana. Come ha scritto Loredana Lipperini, presidente della giuria che ha premiato il libro, Francesca Pongiluppi ha saputo dare vita a «un romanzo dall’architettura raffinata che intreccia in modo sapiente due dimensioni distanti nello spazio e nel tempo, muovendosi abilmente tra due piani narrativi. Da una parte la Genova del 2001, quella del G8 e di chi voleva cambiare il mondo, dall’altra l’Africa Coloniale Italiana, quella dello sfruttamento economico, dell’oppressione politica, dell’uso della violenza contro la popolazione locale».

Tutto comincia, infatti, alla vigilia del G8 di Genova del 2001 quando Sonia, protagonista del libro, antepone per la prima volta sé stessa alla politica. Mentre i suoi compagni di lotta si preparano alla grande protesta destinata a segnare tristemente l’inizio del nuovo millennio, lei decide di mettere ordine nel suo passato, congelato nel 1984 con la morte di Jolanda, che è stata come una seconda madre per lei. Ora anche il marito di lei, Giannetto, è mancato, e la vita sembra convocare Sonia a Ca’ Mimosa, la casa delle sue vacanze di bambina, in alto tra le rocce di un paese ligure lontano dal mare. Ma questa convocazione diventerà un definitivo addio al passato oppure segnerà un nuovo inizio?

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Per qualche tempo, infatti, Sonia si lascia trasportare dai ricordi, dalle nostalgie legate a quei luoghi. Ripensa a Jolanda, ai nonni con cui trascorreva a Ca’ Mimosa le vacanze. Quando Sonia riesce a entrare nella misteriosa «camera verde», a cui mai aveva avuto accesso nelle estati della sua infanzia, fa l’incontro più importante della sua vita: quello con il diario di Jolanda. E le pagine, come un bisturi, aprono ferite inattese, svelano segreti sconcertanti: la storia di Jolanda-Jojo, i suoi anni di sfruttamento nelle case chiuse nella Libia coloniale, l’approdo in Liguria, l’incontro con Giannetto, la guerra e la Resistenza, un amore capace di tornare in altre forme. Immergendosi in quella vita, Sonia ha la sensazione di liberare Jolanda e di liberare sè stessa, ritrovando una dimensione più autentica della militanza e della lotta.

Per tutte queste ragioni possiamo definire Come le lucciole come un romanzo politico e di formazione, capace di unire attraverso il tempo le speranze e le aspettative di donne diversissime nella comune ricerca del proprio posto nel mondo e di nuovi modi di abitarlo. Francesca Pongiluppi da vita a un intreccio mirabile tra memoria, attualità e possibili futuri, con al centro il sogno di forgiare un destino più forte delle colpe della Storia. Imparando dalle lucciole: proteggersi dal dolore non significa smettere di brillare, bensì brillare più forte.

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