Appuntamento dalle 15 a Sinnai per la rappresentazione de "Is cerbus", la caccia al cervo fra le strade del paese con chiusura in Piazza Sant'Isidoro: una settantina le maschere che saranno protagoniste dell'antica caccia, del Carnevale sinnaese.

Si partirà dalla via Olimpia  con attraversamento poi delle vie Sant'Elena, Basilicata, Marche, Mameli, Funtanalada, Giardini con tappa finale nella Piazza Sant'Isidoro.  Con Is Cerbus e de Is Cerbixeddus saranno presenti  le maschere ospiti: “Bois – Fui Janna Morti” di Esclaplano, “Martis De Agoa” di Maracalagonis, “Su Maimoni e Is Ingestusu”, di Tertenia e “Su Maimulu” di Gairo. La manifestazione è proposta  dall’Associazione Is Cerbus, costituita a Sinnai nel 2007 con lo scopo di conservare e divulgare la tradizione carnevalesca sinnaese.

«Una tradizione ancestrale - si legge in un comunicato dell'associazione, presieduta da Maurizio Manca - di cui si hanno rilevanti cenni scritti a partire dal XVIII secolo e che, fino alla costituzione dell’Associazione, è stata tramandata da gruppi spontanei i quali, seppure in forme più o meno importanti, hanno avuto il gran merito di garantirne la continuità».

L'evento principale del Carnevale si svolgeva a Sinnai “su lunis de agoa”, ovvero il lunedì precedente il martedì grasso, nel quale veniva simulata una vera e propria caccia grossa in cui battitori (canaxius) e cani setacciavano le vie del paese alla ricerca de is cerbus (ovviamente uomini mascherati da cervo, ma anche da cinghiale) col compito di snidarli e spingerli verso i cacciatori (is cassadoris) solitamente appostati nelle vie del centro, dove cervi e cinghiali venivano puntualmente abbattuti, ottenendo la supremazia sul malvagio e festeggiando puntualmente con zeppole e danze.

Il primo compito dell’Associazione è stato quindi quello di promuovere tale evento che, spostato alla domenica della “Pentolaccia”, ha avuto in questi anni una notevole crescita sia come numero di partecipanti in maschera, sia in termini di affluenza di pubblico che ha visto giungere a Sinnai migliaia di appassionati, turisti, fotografi e semplici curiosi. Is postas (gli appostamenti) de is cassadoris si trovano da poco più di dieci anni nella grande e accogliente piazza Sant’Isidoro, teatro della battuta finale e di un epilogo fedele alla tradizione. Nelle ultime tre edizioni hanno partecipato all’evento anche diverse maschere provenienti da altri paesi della Sardegna.

L’abbigliamento del costume è composto generalmente da pantaloni in velluto, scarpe in pelle da campagna (cosingius) e maglia nera; ma, poiché varia a seconda della maschera, abbiamo pellicce di pecora, campanacci, gambali e berrita per Is Canaxius; pellicce di capra, corna di cervo e pellicce di cinghiale appunto per cervi e cinghiali; gilet e copricapo in velluto, camicia e finto fucile per i cacciatori; più altri accessori individuali di chiara estrazione etnica.

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