Tutto è iniziato a fine anni Cinquanta, quando Domenico Ligas, di Settimo San Pietro, e Teresa Uda, di Sinnai, allora fidanzati, furono travolti dalla passione per gli antichi costumi e si posero un obiettivo: recuperarli, riproporli, utilizzarli in un gruppo folk che ancora non esisteva e che si sarebbe poi chiamato "Nuraghe".

Pezzo per pezzo, la coppia ha realizzato il suo sogno, dando vita a una collezione che ora può essere in parte ammirata nel museo del costume di Settimo San Pietro, ospitato in quella che fu la loro casa e che la Sovrintendenza ha definito bene identitario unico in Sardegna.

GLI EREDI - I figli dei due pionieri tengono vivo il loro sogno. "I nostri genitori fecero un lavoro certosino", racconta Fabrizio Ligas: "Uno straordinario lavoro di ricerca per le case di Settimo che li ha impegnati per mezzo secolo, con risultati straordinari. Sono stati babbo e mamma a recuperare, fra gli altri, un abito da sposa del 1850: qualcosa di unico, un incanto. Ne acquistarono tanti altri, ad eccezione dell'abito maschile, del quale riuscirono a trovare solo una camicia e qualche altro pezzo".

IL MUSEO - E poi? "Quando sono morti, noi figli ci siamo trovati in possesso della loro casa. Abbiamo riflettuto e abbiamo deciso di onorare la loro passione trasformandola in un museo che oggi accoglie quindici abiti originali. Uno spazio capace di offrire ai visitatori uno straordinario viaggio nel tempo nella Settimo dell'Ottocento. Esponiamo gli abiti da gala, da lavoro, da lutto nelle cinque sale".

Accanto a Fabrizio, la sorella Simonetta. E i due hanno le idee chiare anche sul futuro del museo. "Vogliamo che si trasformi in un centro culturale a 360 gradi, con mostre, presentazione libri, luogo di incontro fra gruppi folk. Facciamo già parte dell'associazione nazionale dei piccoli musei".

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