Il secondo suo libro Tebaldo Salis, di Settimo San Pietro, bidello storico al Brotzu di Quartu, oggi pensionato, lo ha dedicato a Daniel, un figlio che non c'è più ed al quale Tebaldo era ed è particolarmente legato. Si volevano tanto bene, hanno giocato assieme anche a bocce, a livello nazionale. Padre e figlio. Il babbo è andato in pensione dopo anni da bidello, il figlio non c’è più. Ma per il babbo, c’è, eccome. Gli incontri in cimitero a Settimo San Pietro, il pensiero sempre rivolto a lui.  Più di prima. Tanto da dedicargli anche un libro.

Tebaldo Salis, 68 anni, uomo di scuola, di cultura, di sport (bocce e arti marziali, cose anche di Daniel), in questo giorni è impegnato col poeta improvvisatore Paolo Zedda, nella presentazione del suo libro “Il viandante”.  

La prima pagina ritrae l’ex bidello, con bastone, zaino e una tunica bianca fatta ad uncinetto. Così, con i capelli lunghi che non si taglia da quando è morto il figlio, cammina con lo sguardo che guarda lontano. La prefazione è di Paolo Zedda. L’altro giorno il libro lo ha presentato a Sinnai. Oggi 16 maggio lo farà a Settimo San Pietro, alle 18.

Dopo aver scritto "Scrivere per il proprio animo/autobiografia di un bidello”, Salis in questo secondo libro raccoglie otto racconti brevi, alcuni iniziati tanti anni fa, nel suo amato liceo scientifico, il “Brotzu” di Quartu Sant’Elena. Altri, li ha scritti ultimamente. I racconti sono intramezzati con diverse poesie, qualcuna di sua sorella, qualche altra di suo figlio. Il nome del libro viene preso dal racconto “Il viandante”, una storia paradossale, quasi fiabesca. La speranza è che il finale possa veramente accadere.

«Mio figlio Daniel - dice l’ex bidello - non c'è più. Io lo ricordo in tutto quello che faccio. Eravamo soprattutto amici. Ho voluto fortemente dedicargli “Il viandante”, il mio nuovo libro, ma anche, scrivendo anche il racconto "I tuoi passi". In questo libro ho inserito brevi racconti, qualcuno scritto oltre 15 anni fa, quando ancora ero il bidello del mio amato Liceo scientifico Brotzu di Quartu. Qualcuno invece è più recente. In passato ho partecipato anche ad un concorso nazionale, senza ottenere alcun merito. L'importante (molto), per me era aver iniziato».

«La letteratura popolare – scrive Paolo Zedda nella prefazione – che si tratti di poesia o di narrativa, si può osservare attraverso due prospettive. La prima vede il mondo, o per lo meno la percezione di esso. La seconda, mostra l’animo stesso di chi scrive. “Il Viandante”, la la raccolta di testi del mio amico Tebaldo, può essere decifrata attraverso queste due chiavi di lettura. La forma dei racconti abbraccia ricordi di vita vissuta. A momenti,  Tebaldo Salis,  rivolge ai figli amatissimi , uno dei quali è scomparso prematuramente, lasciando un vuoto che prova a colmare l’affetto, l’emozione  e l’intensità di chi non riesce ad accettare l’ineluttabilità della sorte».

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