Un ritrovamento che gli archeologi hanno definito "clamoroso".

Durante gli scavi per la nuova metro C della capitale è stato rinvenuto quello che potrebbe essere il più antico acquedotto romano, risalente al terzo secolo avanti Cristo.

"Scoperte che sono possibili proprio grazie ai lavori della linea - ha scritto in una nota Simona Morretta, funzionario archeologo della Soprintendenza di Stato - . A quelle profondità di solito non si scende e per noi studiosi è un'opportunità straordinaria".

L'acquedotto, del periodo repubblicano, è stato smontato blocco per blocco. Un'opera imponente, ricchissima di informazioni sulla vita dei romani: "Negli strati sono stati ritrovati avanzi consistenti di pasti, materia di studio eccezionale".

"Ora sappiamo esattamente - aggiunge Morretta - cosa mangiavano i romani aristocratici con le grandi ville nei dintorni: cinghiali, cibi esotici, cigni, fagiani e pesci pescabili al lago".
© Riproduzione riservata