Non tutti i trofei si vincono con i guanti. Alcuni si conquistano con le ferite. Altri, con le parole. Gianluigi Buffon, monumento vivente del calcio italiano, ha alzato l’ennesima coppa. Ma questa volta non era sotto una curva.

Era davanti a una platea di lettori, librai, giurati del Premio Bancarella Sport 2025 ha incoronato il suo vincitore: “Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi”, il memoir sincero e profondo dell’ex portiere azzurro, ha conquistato 193 voti.

Un libro sul calcio certo, ma anche il ritratto intimo di un uomo che ha saputo attraversare la gloria, il dubbio, la caduta e l’orgoglio ed è così che Buffon ha scelto di raccontarsi. E lo ha fatto in un contesto a lui inusuale: il “salotto” dei Bancarella.

Accanto a lui, altri grandi racconti: “Vertical. Il romanzo di Gigi Riva” di Paolo Piras (160 voti), “Giù la testa” di Claudio Colombo (134), “La mia vita controvento” di Reinhold Messner (128), “Senna. Le verità” (124) e “Gioco sporco” di Nicola Calathopoulos (119). Una sestina potente, dove ogni autore ha restituito allo sport il suo significato più alto: quello della lotta, del limite, della dignità.

Buffon, ora capo delegazione della Nazionale, ha ricevuto la scultura del San Giovanni di Dio — simbolo dei “librai erranti” — dalle mani del presidente della Fondazione Città del Libro Ignazio Landi, affiancato dal sindaco Jacopo Maria Ferri e da Paola Rubbi per Vittoria Assicurazioni, main sponsor dell’evento.

«Mi sento fuori posto», ha detto Buffon. Sul palco anche volti noti e autori amati dal pubblico: Gianfelice Facchetti (Premio Panathlon), Alessandro Piccinini (Premio Bruno Raschi alla carriera), Massimo Calandri con il suo “Segnalato”, dedicato al tifo organizzato e all’identità collettiva. Un applauso speciale è andato a Santiago Giannetti, giovane studente autore dell’immagine ufficiale del manifesto 2025.

«Tutti avrebbero meritato la vittoria», ha commentato Ignazio Landi, «ma proprio come nello sport, anche qui serve un vincitore. E Buffon ci ha ricordato che non è vincere ciò che conta, ma rialzarsi ogni volta».

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