Lo studio dell’archeologia sta diventando sempre più centrale nella programmazione degli interventi messi in campo dalle amministrazioni comunali della Trexenta con l’obiettivo di sfruttare le risorse storico-culturali del territorio anche in chiave turistica. Lo dimostra l’iniziativa promossa dal Comune di Ortacesus e dalla cooperativa Antes con il patrocinio del Gruppo azione locale (Gal) Sole-Grano-Terra e della Fondazione Banco di Sardegna incentrata sulla riscoperta e sulla valorizzazione degli edifici di culto realizzati tra gli inizi dell’XI secolo e il XII secolo disseminati nel territorio.

Nel Museo del Grano, davanti a un pubblico attento e interessato, l’archeologa Maily Serra ha presentato la carta interattiva delle chiese romaniche della Trexenta che è stata realizzata dalla cooperativa Antes. La giornata di studio e divulgazione storico-scientifica è proseguita con la conferenza sui villaggi medievali abbandonati presenti nel territorio di Ortacesus e la visita guidata alla chiesa romanica di San Bartolomeo. «È stata un’importante occasione per conoscere e approfondire la storia medievale del nostro paese – ha detto la sindaca Maria Carmela Lecca –, inoltre grazie alla carta interattiva abbiamo potuto visitare le chiese romaniche del nostro territorio».

La chiesa campestre dedicata a San Bartolomeo, ubicata a circa un chilometro dal paese, risale al dodicesimo secolo e venne edificata sopra un antico tempio romano pagano. Secondo la tradizione era la chiesa principale degli ortacesini che lì avevano il villaggio, prima di spostarsi a causa della peste nell’area in cui è sorto il centro abitato attuale.

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