Nell’agosto del 1943 le truppe tedesche del Terzo Reich sono oramai impegnate da quasi due anni nella campagna di Russia. Oltre a uccidere e distruggere, l’esercito di Hitler è occupato nella deportazione di migliaia di prigionieri e prigioniere da usare come schiavi in Germania. Tra tutti questi sfortunati c’è anche Olga, soli tredici anni, ma già tanta sofferenza negli occhi spenti. Giunta in un campo di smistamento in terra tedesca scopre di dover fare la bambinaia in una famiglia come tante, i Kemp. Sono padre, madre, tre figli. Il più grande, Hans, ha la sua stessa età ma indossa con qualche compiacimento la divisa della Gioventù Hitleriana. Eppure, nel momento in cui Olga viene accolta nella casa dei Kemp per occuparsi della sorella minore, tra i due ragazzi si accende un’amicizia tanto speciale quanto inaspettata. Un’amicizia che dovrà fare i conti con la violenza della guerra, con la difficoltà di comprendersi quando si è su fronti avversi, con il razzismo di una società tedesca nella quale chiunque non sia ariano è un subumano, poco più di un oggetto di cui disporre a proprio piacimento. Eppure questi due giovani, questi due universi nati e cresciuti tanto lontani, non possono fare a meno di sentirsi vicini.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Tratto da alcune memorie di guerra della famiglia dell’autore, “Olga” (Rizzoli, 2022, pp. 256, anche e-book) rappresenta per Christian Hill, scrittore italianissimo, tedesco di origine, l’occasione per una riflessione attualissima su quanto sia difficile, ma allo stesso tempo fondamentale, conservare la propria umanità in tempo di guerra. E su quanto, nell’infuriare delle battaglie, sia assurdo dividere con un taglio netto i buoni dai cattivi, i giusti dai criminali, i vincitori dai vinti. Il risultato è un romanzo potente, ispirato, commovente, in cui senza fare alcuna concessione al revisionismo – i tedeschi erano gli aggressori e i russi gli aggrediti nella Seconda guerra mondiale – si prova a descrivere una società tedesca dove esistevano persone che senza essere degli eroi della lotta contro Hitler non avevano perduto buon senso e capacità critica.

Hans, allora, indossa la divisa della Gioventù Hitleriana ma non per questo riuscirà mai considerare Olga una schiava. A sua volta Olga, pur avendo visto gli orrori commessi dai saldati tedeschi, si sentirà parte della famiglia Kemp.

Ad avvicinarli ancora di più sarà il triste destino di essere entrambi vittime di tragedie più grandi di loro. Una volta mandato a poco più di 14 anni a combattere sul fronte occidentale, Hans dovrà lasciare per sempre la sua vita di ragazzo, come era accaduto alla giovane russa, fatta prigioniera pochi minuti dopo che i soldati tedeschi avevano freddato suo padre. Proverà sulla sua pelle quello che Olga aveva conosciuto prima di lui: qualunque guerra disumanizza e l’unica possibilità è non farle, le guerre.

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