Nuoro, con "Diorama" il Man strizza l'occhio al pianeta
«Dobbiamo abituarci a vedere nuovamente quello che ci circonda. E riprendere coscienza del nostro rapporto con il mondo animale e naturale»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Le sale del museo come spazio dinamico e sensibile. Cambiano volto, si animano. Proiettano il visitatore verso orizzonti inesplorati. Soprattutto, però, fanno riflettere: «In questa “scatola” abbiamo ricreato la natura attraverso un nuovo dialogo, una nuova alleanza, tra l’uomo e il pianeta», dice Chiara Gatti, direttrice del museo Man di Nuoro. «L’idea è utopica: il sogno di una possibile convivenza equilibrata. Un nuovo cosmo immaginato da 28 artisti». Ecco “Diorama, Generation Earth”, la mostra che dal cuore della Barbagia strizza l’occhio al pianeta e ai suoi problemi ambientali e climatici. Al via oggi, sarà visitabile fino al prossimo 10 novembre.
Visioni
La struttura museale nuorese stupisce, ancora una volta. Non si limita ai grandi nomi, ai vari Matisse e Picasso. Vuole fare di più. Sì, mostra vicinanza alla stretta attualità, diventa un luogo di scambio e di confronto. Uno scrigno in cui perdersi, crescere e migliorare, tra narrazioni e visioni suggestive. Il Man si trasforma in un gigantesco Diorama, illusione in scatola di un mondo verosimile. Dove il legame tra l’uomo e la natura viene riscritto, ripensato. «La mostra indaga questo rapporto», spiega la curatrice Elisabetta Masala, «in un’epoca, definita l’antropocene, in cui l’essere umano sta apportando delle modifiche radicali alla biosfera. Infatti, si parla tanto di emergenza climatica. Gli artisti contemporanei non potevano che affrontare questi temi». Così, anche un apparente mazzo di fiori, baroccheggiante e adagiato su un lucido tavolo in legno, aiuta a riflettere. «In questa composizione ci sono anche delle orecchie, delle zampette: sono scarti della nostra catena alimentare», dichiara l’artista, Chiara Lecca. «Il messaggio è nitido: dobbiamo abituarci a vedere nuovamente quello che ci circonda. E riprendere coscienza del nostro rapporto con il mondo animale e naturale».
Attraversamento
Dopo la fortunata parentesi di “Sensorama”, quella mostra che due anni fa ha fatto registrare un boom di visitatori, il Man ripropone al pubblico un’esperienza di “attraversamento” del museo. D’altronde, Diorama significa “vedere attraverso” o “all’interno di qualcosa”. In questo caso, osservare tra spaccati di mondi naturali e innaturali, popolati di creature e vegetazioni reali o ricreate, in una prospettiva che rende sempre più ambiguo il limite fra autentico o generato dalla tecnologia. «L’intelligenza artificiale aiuta a ricreare, per esempio a salvare e a riportare al mondo un rinoceronte bianco estinto nel 2018», afferma Chiara Gatti, «oppure, a immaginare soluzioni per una nuova biosfera». Elisabetta Masala aggiunge: «In questa mostra dialogano artisti molto differenti tra loro. Alcuni, come Vanessa Barragao, si occupano di evidenziare la fragilità della natura. Lei utilizza materiali di riciclo, proprio per prendere le distanze dal mondo della moda che è tra i più inquinanti».
Il percorso
Nella mostra a cura di Chiara Gatti ed Elisabetta Masala, in collaborazione con Storyville (con un testo a catalogo di Felice Cimatti), gli artisti offrono un ampio ventaglio di interpretazioni, tra dipinti, sculture, installazioni e video. “L’origine” è il prologo del percorso, il formarsi della terra e della galassia. Il visitatore assiste allo spettacolo della genesi, di quell’amalgama composta da materia ed energia oscura. All’insegna di parole chiave come organico e inorganico, gli artisti si appropriano della “natura”. La racchiudono in un loro “sistema” che la conserva e reimmagina.