«Pinuccio Sciola ci ha insegnato che nell’arte noi completiamo la nostra umanità, perché in quanto esseri umani entriamo in contatto con l’ambiente di cui facciamo parte. Con la sua arte l’artista di San Sperate si è messo al servizio della natura, ritornando alle origini e rimettendo al centro il rapporto con nostra madre Terra. Noi invece abbiamo rovesciato l’insegnamento biblico secondo cui la natura è stata affidata all’uomo». Lo ha detto ieri sera don Ettore Cannavera, psicologo, pedagogista e fondatore della comunità “La Collina”, al Talk sulla sostenibilità ambientale nell’ambito di “Sant’Arte”, il festival nato da una idea di Pinuccio Sciola e realizzato dalla Fondazione che ne porta il nome guidata dai suoi tre figli. Con lui al Museo delle Arti e delle Culture contemporanee dell’Università di Cagliari c’erano Simona Campus, Gabrio Mambrini, Laura Pintore e Chiara Sciola.

Il gran finale del Festival è per domani con artisti e artiste tra il Giardino Sonoro, il Museo del Crudo e la via Argiolas di San Sperate.

A conclusione, il concerto di Osvaldo Lo Iacono (chitarra), Antonio Saladino (violoncello) Feat. Neja – voce, dal titolo “Le Corde dell’Anima”.

Resta visitabile la mostra temporanea “Pinuccio Sciola. Era una foresta”, ospitata dal MUACC, il Museo delle Arti e delle culture contemporanee dell’Università di Cagliari in via Santa Croce 63.

(Unioneonline/s.s.)

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