Un progetto fotografico dedicato al mondo dei pastori, fra il quotidiano lavoro e le recenti proteste, e una suggestiva rassegna con un doppio appuntamento, a Milano (30 e 31 marzo, palazzo Stelline) e a Strasburgo (dal 15 al 18 aprile, Parlamento europeo).

Pronta, dunque, ad aprire i battenti "Nel nome del latte", fotografie del giornalista Francesco Pintore, promossa da Stefano Maullu, europarlamentare milanese di origini sarde, che vent'anni fa ha dato vita all'associazione Ambasciata di Sardegna, con l'obiettivo di dare ai sardi emigrati un luogo di confronto e incontro.

Pastori in protesta (foto da frame video)
Pastori in protesta (foto da frame video)
Pastori in protesta (foto da frame video)

"Nelle foto di Pintore – il commento di Maullu - ho trovato cronaca, attualità, umanità che compongono un racconto soprendente, vero. Raccontare la Sardegna è affascinante e in questa rassegna si vivono aspetti unici dell'Isola, attraverso momenti ed emozioni che meritano di essere messi in mostra. Prima a Milano, quindi al Parlamento Europeo di Strasburgo, portiamo un pezzo di Sardegna autentica, in un momento delicato che va prima di tutto capito nelle sue sfaccettature più profonde".

LA PROTESTA - Il 6 febbraio 2019 nelle campagne di Villacidro, a 50 chilometri da Cagliari, due uomini col volto coperto e armati di bastoni bloccano un'autocisterna che sta effettuando il consueto giro degli ovili per la raccolta del latte. I malviventi minacciano l'autista del camion, gli intimano di aprire i rubinetti dell'autobotte e di scaricare diecimila litri di latte a terra. Costringono l'uomo a riprendere la scena con il telefonino e lo "invitano" a inviare il video a tutti i contatti presenti nella rubrica telefonica. In pochi istanti le immagini diventano virali, invadono i social network e in tutta la Sardegna esplode la guerra del latte.

Una protesta, fra manifestazioni di piazza, blocchi stradali e sversamenti di latte, che coinvolge tutta l’Isola e la penisola, tutti i media ne parlano, mossi da un fermo sostegno agli allevatori che non sono più disposti ad accettare 60 centesimi al litro per il loro lavoro. Nelle case vengono esposti lenzuoli bianchi alle finestre in segno di solidarietà.

La vertenza esplode nel mezzo della campagna elettorale per le Regionali, e si apre una lunga trattativa. I pastori chiedono 1 euro a litro. Dopo una serie di incontri il 16 febbraio si trova un primo accordo: 72 centesimi a litro. Questo non basta a stemperare la tensione, ma nel frattempo riprende gradualmente l’attività nei caseifici. Proseguono anche intimidazioni: altre autocisterne vengono bloccate e svuotate, in qualche caso date alle fiamme.

"Nel nome del latte" ne è una sintesi.

(Unioneonline/v.l.)
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