Myriam Riccio ambiziosa, elegante e snella emanava fascino e femminilità. Così la descrivono, tra tutti anche il poeta pioniere del movimento futurista, Filippo Marinetti.

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IL RITRATTO - Tra le prime giornaliste in Sardegna, la Riccio scombina i cliché sulle donne letterate che come lei scrivono. Amica di donne intraprendenti come Ines e Iole, figlie di Enrico Berlinguer.

È anche crocerossina durante la prima guerra mondiale. Viaggia tantissimo, guida e fuma. Curiosa, ha un’opinione su tutto e va oltre le apparenze.

Myriam Riccio crocerossina
Myriam Riccio crocerossina
Myriam Riccio crocerossina

È una donna di grande personalità. Infatti, come racconta il pronipote, "nel 1942 all’epoca del Regime Fascista, Benito Mussolini va a Sassari, invita la Riccio a ballare ma lei rifiuta sdegnata".

UNA VITA DI CARTA E INCHIOSTRO - Nata a Sassari da una delle famiglie più in vista. La mamma è la nobile Evelina Satta, una figura fredda e distaccata che Myram è solita chiamare "la mia genitrice". Ma la sua passione per il giornalismo la eredita dal padre, uomo brillante di cultura, Medardo Riccio, primo direttore de "La Nuova Sardegna" e autore dell’opera "Il valore dei sardi in guerra", che racconta le vicende eroiche dei soldati isolani.

E così, tra le aule della "Gazzetta di Via Giardini", (La Nuova Sardegna), Myria coltiva la sua passione e vive tra carta e inchiostro.

Unica donna in redazione, spalleggiata dal padre ma biasimata dalla sua "genitrice" che non approva la sua scelta.

All’epoca le donne che scrivono non sono ben viste. Ma la Riccio non si cura dei pregiudizi e va avanti per la sua strada. Riesce ad emergere e spiccare grazie alla sua tenacia.

Presenti sulla scena solo alcune scrittrici. E Myriam si distingue da esse grazie al suo talento da cronista.

LA SVOLTA E IL DEBUTTO CON L’UNIONE SARDA - Il18 gennaio 1923 muore il padre. Per Myriam è un grande dolore e lei cerca di soffocarlo attraverso il lavoro.

È in quello stesso anno che L’Unione Sarda pubblica il suo articolo "Nuovo Paese". Dove la Riccio ripercorre i ricordi di infanzia.

Diventa anche corrispondente per "La Tribuna di Roma".Scrive per l’"Isola del 1926" quando "La Nuova" viene censurata dal Fascismo, e anche per "Il Secolo illustrato" e "Illustrazione italiana".

È l'unica giornalista sarda presente nel libro "Donne e giornali nel fascismo", una sorta di "Ordine dei Giornalisti".

IL MATRIMONIO E LA FINE - Myriam si sposa nel 1938 con Giuseppe Oggiano e dopo le nozze smette di scrivere. Sceglie di occuparsi della famiglia e diventa casalinga. Non ha mai avuto figli ma si prende cura dei nipoti.

Nel 1964 un cancro ai polmoni la uccide. La notizia della sua morte paralizza il mondo del giornalismo isolano.

Myriam con il marito e il nipote
Myriam con il marito e il nipote
Myriam con il marito e il nipote

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