Ora si fa sul serio. L’apertura del museo archeologico del Marghine, attesa da circa 30 anni, è più vicina: a febbraio, dopo la conferenza di servizi, sarà approvato il progetto e saranno fatte delle osservazioni, che porteranno alla inaugurazione probabilmente entro il prossimo anno.

Alla conferenza di servizi parteciperanno l'Unione dei Comuni del Marghine (ente appaltante), il servizio tutela paesaggio e la soprintendenza per i beni archeologici. Le risorse, 330 mila euro, sono disponibili e rientrano nel piano di sviluppo del Marghine, approvato cinque anni fa dalla Regione.

Si procede subito con la catalogazione dei reperti, custoditi da anni nel centro restauri di Li Punti, vicino a Sassari, e provenienti dalle varie aree di scavo del Marghine. Nel museo troveranno sistemazione anche i reperti ritrovati negli anni cinquanta nella grotta Marras e nella vallata di S'Adde a Macomer. Non la cosiddetta Veneretta, da 70 anni custodita nel museo archeologico di Cagliari, di cui nel museo di Macomer sarà esposta soltanto una copia.

«Dopo la nomina dell'archeologo - dice l'assessore alla cultura, Gianfranco Congiu -, col recente avvio della campagna di catalogazione dei reperti nel centro restauri di Li Punti, facciamo un altro importante passo in avanti per l'apertura. Il progetto definitivo per i lavori di completamento della struttura del centro storico è stato consegnato. Attendiamo la conferenza di servizi per il via libera, che ci consentirà la messa a bando dei lavori di completamento, compreso l'importantissimo sistema di videosorveglianza e il circuito multimediale per la elaborazione delle immagini. Sicuramente una grande opera che darà il giusto risalto e riconoscimento all'importanza che il Marghine e Macomer rivestono nella storia archeologica della Sardegna».

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