Oltre 22mila volontari in campo (studenti soprattutto), 62 comuni coinvolti nell'Isola (12 nuovi rispetto allo scorso anno) e 11 nella Penisola.

Sono i numeri della 23esima edizione di Monumenti Aperti, manifestazione di consolidato successo che prenderà il via il 27 aprile. In Sardegna si svolgerà sino al 9 giugno, per sette fine settimana consecutivi. Si concluderà quindi il 9 e 10 novembre in Puglia, regione inserita nel circuito extra-insulare che, inaugurato nel 2014, registra per il 2019 l'esordio della Lombardia.

Novità e formule collaudate della rassegna, insignita lo scorso anno del premio dell'Ue per il patrimonio culturale-Europa nostra Awards, massimo riconoscimento europeo nel settore, sono state illustrate a Cagliari, nel palazzo della Regione di viale Trento. Partendo dal tema: "Radici al futuro", espressione dello spirito della manifestazione che fonda su valorizzazione, tutela e conoscenza delle testimonianze del passato la costruzione condivisa del futuro.

Bauladu, Bosa, Tula e Uta saranno i paesi da cui il 27 aprile partirà Monumenti aperti che toccherà Cagliari (11-12 maggio), 9 centri della sua Città metropolitana, 31 comuni della provincia del Sud Sardegna, 12 di quella di Sassari, 8 di Oristano e 2 di Nuoro. Tanti i tesori storico-artistici che saranno aperti al pubblico. Tra questi la Torre della Quarta Regia in località Sa Scafa a Cagliari, la chiesa di Santa Maria di Uta, il Castello Malaspina a Bosa, la cattedrale e la casa natale di Gramsci ad Ales, l'area archeologica di Nora, l'Argentiera-Museo della miniera a Sassari e la chiesa di San Lorenzo di Porto Rotondo.

Monumenti aperti sbarcherà poi in Lombardia. A maggio Milano (3 e 4), Cantù (25 e 26) ospiteranno in via sperimentale il format nato a Cagliari. A Como toccherà l'1 e il 2 giugno.

L'itinerario proseguirà quindi, superando l'estate e attraversando l'autunno, nelle altre regioni protagoniste della rassegna. Tra le tappe Ferrara (26-27 ottobre).
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