Il primo anno del Fatto Quotidiano era stato festeggiato nel 2010 ad Alghero. La vertenza che imperava a quei tempi era quella dell'Isola dei cassintegrati, i lavoratori Vinyls autoreclusi all'Asinara per protestare contro la chiusura degli impianti situati nel petrolchimico di Porto Torres.

Una lotta pacifica famosa in tutto il mondo, che per primo il Fatto Quotidiano iniziò a seguire e capirne l'importanza. Direttore era allora Antonio Padellaro, che poi lasciò il timone al torinese Marco Travaglio, già uomo di punta del quotidiano e famoso "anchorman" nelle trasmissioni di Michele Santoro.

Travaglio è diventato uno dei più grandi giornalisti italiani, i suoi editoriali non lasciano scelta: o si odiano o si amano, ma fanno sempre discutere.

La serata di ieri ad Alghero, città scelta quindi per motivi affettivi, è stata frizzante e seguita da un numeroso pubblico. Assieme a Marco Travaglio, nella splendida cornice del "Quarter", con la moderazione di Elias Vacca, avvocato algherese ed ex Deputato del PdCI, era presente l'esperto giornalista e scrittore Giorgio Meletti, di origine sarda, firma di punta del quotidiano e profondo conoscitore delle vertenze in atto nell'Isola.

I due hanno risposto a domande e provocazioni della platea senza peli sulla lingua, talvolta al vetriolo. Travaglio sulla Sea Watch ha confermato il suo recente editoriale, mettendoci più pepe: "La capitana poteva andare in Tunisia? Sì. A Malta? Sì. Invece è venuta in Italia, dove in Salvini aveva il nemico perfetto. Però almeno si è sottoposta al giudizio della nostra magistratura, Salvini invece si trincera dietro l'immunità parlamentare. Questo è da vigliacchi".

Naturalmente al Marco nazionale non potevano sfuggire gli ospiti della nave, quasi tutti targati Pd: "Patetici, in gita turistica" il suo giudizio sferzante. Strali anche su Renzi: "Vi lamentate della Rai attuale? Fate bene. Sappiate però che Renzi voleva liberarla da tutti i partiti, eccetto il suo, facendo epurazioni che 'questi' al Governo al suo confronto sono dei dilettanti".

Sulla Tav e una eventuale caduta del Governo, Travaglio è stato sibillino: "La Tav non serve a nulla e se va bene sarà pronta nel 2050, quando i cittadini anziché viaggiare sotto le gallerie voleranno sui droni. Non penso che se ora cadesse il Governo sarebbe una cosa buona, se ne verrà un altro sarà ancora peggio. Ci ritroveremo dentro l'Uomo di Arcore e la simpatica Giorgia Meloni, una che la Sea Watch la voleva affondare. Ma se questo l' avesse detto Salvini lei sicuramente avrebbe proposto di lanciare sulla nave un missile termonucleare".

Giorgio Meletti, dal canto suo, in fatto di schiettezza non è stato inferiore al suo direttore, anche sul recente voto regionale: "Noi sardi siamo un po' strani, siamo creduloni, crediamo da sempre a chi promette, ma votare Solinas è il colmo". A chi gli ha chiesto della zona franca Meletti ha replicato: "Da bambino ne sentivo parlare. È passato mezzo secolo. Forse dovremmo pensare più modestamente alle nostre infrastrutture, oramai antiche. A raggiungere Alghero da Cagliari si impiega più tempo che venire da Roma o da Torino" .

Prossimo appuntamento del Fatto stasera a Cagliari. Non mancheranno di sicuro altri spunti e argomenti.
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