Tutti conosciamo le storie della guerra di Troia, le peripezie di Ulisse e i grandi miti greci come quello del Minotauro. Li abbiamo sentiti raccontare dal punto di vista di Achille, Ulisse, Teseo, senza star troppo a riflettere se ci fosse altro dietro alla versione “ufficiale” dei racconti mitologici. Per esempio, vi siete mai chiesti se Elena volesse veramente fuggire con Paride, pur sapendo di scatenare così una guerra tra Greci e Troiani? Oppure vi siete domandati come Arianna riuscì ad avere l’idea del gomitolo per uscire dal labirinto del Minotauro. Se avete voglia di dare una risposta a interrogativi come questi il libro che fa per voi è “Il cerchio mitico” (La Spiga Edizioni, 2021, pp.176) in cui Debora Vitulano e Alberto Cristofori lasciano che siano le eroine del mito a raccontarsi, in prima persona. A raccogliere le loro voci una giovane archeologa, Flavia, caduta – neanche lei sa bene come – nell’oltretomba.

A Debora Vitulano chiediamo allora cosa raccontano le donne del mito ora che ne hanno l'occasione:

“Ci raccontano la loro versione dei fatti, in maniera diretta, aperta e appassionata, felici di poter finalmente svelare errori, manipolazioni e retroscena di vicende che hanno fatto la storia. I loro nomi sono celebri e le loro avventure anche, eppure le voci che le hanno raccontate e perpetuate nei secoli non sono mai state le loro. La versione ufficiale non ci mostra quasi mai il loro punto di vista e le rappresenta sempre come comparse nelle storie del personaggio maschile di turno”.

Quali aspetti della mitologia scopriamo grazie allo sguardo femminile?

“Scopriamo che queste eroine hanno lottato con tutte le proprie forze per essere protagoniste delle proprie storie. Questo ci mostra come, sebbene le donne fossero nell’antichità (e lo sarebbero state ancora a lungo) relegate alla sfera privata e domestica, c’è sempre stato il forte desiderio di alzare la voce, di diventare protagoniste attive non solo della propria storia, ma anche della storia con la ‘S’ maiuscola. A dispetto di quanto siamo portati a credere, la mitologia non è solo il racconto di grandi eroi, sovrani e guerrieri, ma anche di grandi donne, che, nonostante i limiti loro imposti dalla società del tempo, sono riuscite a lasciare un segno nella storia”.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Quale delle eroine si è divertita di più a raccontare e perché?

“Calipso, perché è una sognatrice come me, sempre pronta a fantasticare a occhi aperti e a farsi condurre lontano, a volte fin troppo, dalla fantasia. E accompagnarla nella sua scoperta di un aspetto così nuovo e importante per lei, come l’amore e tutti i sentimenti e le sensazioni che questo porta con sé, è stato come veder crescere una ragazzina sotto i miei occhi, un po’ come se me ne stessi a osservare una figlia adolescente che, al ritmo del ticchettio delle mie dita sulla tastiera, piano piano si affacciava alla vita adulta”.

Quale delle eroine del libro è più al passo con i nostri tempi?

“Lo sono un po’ tutte, a dire il vero, ciascuna a modo suo. Ma, dovendo proprio sceglierne una, direi Pentesilea, la coraggiosa amazzone che ha sfidato l’invincibile Achille. Pur essendo consapevole del proprio svantaggio e del rischio che correva, non si è mai arresa, ha lottato fino alla fine per rimanere fedele a sé stessa e ai propri ideali. Un po’ come tante donne che, in un paese che è fra i peggiori in Europa per divario retributivo di genere, continuano a lottare con dedizione e caparbietà per inseguire i propri sogni”.

Perché la mitologia piace ancora così tanto anche ai ragazzi di oggi?

“Perché in fondo parla di noi. Passano i secoli, cambia il mondo e cambiano le persone, eppure grandi e piccoli continuano a emozionarsi, commuoversi, ridere e stupirsi dinanzi a queste mirabolanti avventure, che mescolano personaggi fantastici con sentimenti così reali che riusciamo ancora a sentirli nostri e che ci aiutano ad analizzare e comprendere a fondo noi stessi, gli altri e il mondo”.

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