Il più grande dinosauro predatore di tutti i tempi, lo spinosauro, era un animale acquatico in grado di cacciare sott'acqua: la prova è nelle sue ossa, che sono tra le più dense e compatte di tutto il regno animale e probabilmente fungevano da zavorra per facilitare l'immersione.

Lo si evince dal confronto con le ossa di 250 specie animali fossili e viventi, realizzato da un team internazionale di paleontologi tra cui spiccano gli italiani Matteo Fabbri del Field Museum di Chicago, Cristiano Dal Sasso del Museo di Storia Naturale di Milano, Simone Maganuco e Marco Auditore collaboratori dello stesso museo, e Gabriele Bindellini dell'Università degli Studi di Milano.

I risultati sono pubblicati oggi su "Nature”.

Lo studio si è svolto nei laboratori e nelle collezioni dei musei naturalistici di mezzo mondo, sezionando e osservando al microscopio le ossa di rettili, mammiferi e uccelli, sia fossili che attuali, oltre a quelle del noto spinosauro scoperto nel Sahara (già al centro di diverse pubblicazioni su Science e Nature) e quelle di due suoi "cugini”, gli spinosauridi Baryonyx e Suchomimus. Dai risultati è emerso che più il tessuto osseo è denso e più l'animale è adattato a vivere e nutrirsi in acqua. A un estremo ci sono i rettili volanti (pterosauri) e gli uccelli, che possiedono ossa cave e leggerissime per volare, mentre all'altro estremo ci sono gli spinosauri insieme a molti rettili marini, cetacei e ippopotami, che hanno ossa quasi piene, con una cavità midollare strettissima o addirittura assente. 

Che lo spinosauro fosse un abile nuotatore "lo avevamo già capito osservando le ossa ritrovate nel Sahara, ma ora abbiamo la conferma dal confronto con centinaia di animali estinti e viventi", sottolinea Dal Sasso. Questo nuovo dato va a "integrare un insieme di caratteristiche che ormai lasciano pochi dubbi sullo stile di vita acquatico di Spinosaurus, come le piccole zampe posteriori con piedi palmati e la coda che era a tutti gli effetti una pinna", aggiunge Auditore.

Dallo studio della densità ossea emergono differenze all'interno della famiglia degli spinosauridi, "suggerendo che Spinosaurus e Baryonyx cacciavano le prede soprattutto in acqua - puntualizza Matteo Fabbri, primo autore dello studio - mentre Suchomimus stava più a terra", forse cacciando le sue prede senza immergersi, un po' come fanno gli aironi.

"L'aver trovato ossa compatte anche in Baryonyx, che a differenza di Spinosaurus non aveva ancora evoluto particolari caratteristiche fisiche per il nuoto, è la prova che l'acquisizione di uno scheletro più denso ha rappresentato il primo passo per la conquista dell'acqua, anche nei dinosauri", spiega Maganuco.

"I dati indicano che gli adattamenti alla vita anfibia comparvero negli spinosauridi all'inizio del Cretaceo, tra 145 e 100 milioni di anni fa, differenziandoli dai grandi dinosauri carnivori terrestri già nel Giurassico", conclude Bindellini.

(Unioneonline/v.l.)

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