Liliana Cano, la signora della pittura, un'artista che il mondo ci invidia.

Era lei la protagonista d'eccezione della mostra, inaugurata ieri presso i locali di Banca Generali e intitolata "Venus Tissées", in cui sono esposte le opere di una personalità superlativa che guarda e sorride ogni singolo spettatore con quella saggezza che ti emoziona e ti rimanda ad una mano magica autrice di capolavori che lasciano senza parole.

Nella elegante sede dell'Istituto di credito in Piazza Unione Sarda, il capolavoro architettonico che ha restituito a nuova vita un angolo di Cagliari trafitto dall'incuria di decenni di disinteresse a cui spesso ci si abitua troppo in fretta, sono esposti in tutta la loro straordinaria forza espressiva ventinove tele del periodo francese, che va dal 1977 al 1996, oltre ad una ventina di lavori inediti eseguiti con colori acrilici su tavola, della pittrice nata a Gorizia da genitori sardi in un lontano autunno del 1924.

Il prossimo 10 ottobre Liliana Cano compirà 95 anni e per questo, in occasione del vernissage, la Comunità Mondiale della Longevità l'ha voluta insignire del Premio Prometeo.

Forse la navicella nuragica in ceramica che trasporta una Dea Madre, dispensatrice della vita, consegnatale dal medico e studioso dei centenari Roberto Pili, vuole augurare salute e tanti anni di attività ad un'artista che ha ancora un'infinità di progetti e voglia di condividere la sua maestria eccelsa con il mondo.

L'esposizione, voluta da Banca Generali e curata dalla Galleria d'arte MArte di Antonio Falchi, con la direzione artistica della storica dell'arte Flaminia Fanari, è stata presentata dal direttore della Fondazione Meta di Alghero Paolo Sirena, grande conoscitore delle opere di Liliana Cano.

Il loro fascino deriva dall'efficacia espressiva della visione realista, capace di sfidare il tempo e ricondurre all'unità figurativa le tensioni emotive di natura astratta e ideale.

È un'arte socialmente impegnata che prende forza da un'esperienza di vita singolare, di donna e artista del Novecento che si afferma in nome della libertà.

"Lasciandosi modellare dall'ambiente e risorgendo dalle ceneri ancora calde di post-impressionismo e 'arte fauve', Liliana restituisce un'immagine vibrante dell'est-etica esistenziale che informa le sue Veneri - scrive con grande autorevolezza Flaminia Fanari nella presentazione della mostra - libere da convenzioni sociali, come le regali gitane immerse nella natura selvaggia, e disinvolte di fronte al pregiudizio, come le modelle o le ballerine intente alla toilette nei boudoir cittadini. Sono Vénus tissées che intrecciano armonie di ragione e sentimento ed esprimono nella capacità di amare la vitalità di una bellezza erotica ed esotica".

"Da sempre Banca Generali è attenta alle eccellenze del territorio ed alla loro valorizzazione - ha detto nel corso dell'inaugurazione Alessandro Cardia, district manager per la Sardegna e la provincia laziale di Banca Generali - per cui è sembrata logica la scelta di poter ospitare nei nostri spazi le opere di Liliana, uno degli artisti più rappresentativi della nostra terra".

Vale davvero la pena non perdersi questo viaggio affascinante nel caleidoscopico mondo di una protagonista indiscussa del secondo '900 che ha vissuto il periodo in cui alle donne italiane veniva "concesso" il diritto al voto ma non l'effettiva parità di genere.

La realtà, da allora, è cambiata e Liliana Cano lo sa, lo fissa nel suo tratto d'artista che imprime alla donna amore, forza e delicata superiorità.

La mostra rimarrà aperta fino al 3 maggio.

L.P.

Liliana Cano attorniata dagli organizzatori e dai parenti (foto L'Unione Sarda - L.P.)
Liliana Cano attorniata dagli organizzatori e dai parenti (foto L'Unione Sarda - L.P.)
Liliana Cano attorniata dagli organizzatori e dai parenti (foto L'Unione Sarda - L.P.)
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